Made in Italy e km zero, come si comporteranno i sindaci?

La scelta del sindaco di Firenze di salvaguardare i prodotti alimentari locali nel centro storico ha fatto molto discutere. Come si comporteranno i candidati sindaco se eletti? I temi del made in Italy e del km zero nella campagna elettorale per le amministrative 2016.

Fra i temi di voisietequi 2016 c’è anche il cibo made in Italy. In tutte le grandi città italiane cresce il numero di mini-market e alimentari etinici che vendono un’ampia gamma di prodotti, spesso fino a tarda notte. In Italia sono oltre 30 mila le imprese gestite da stranieri che commerciano in frutta e verdura. Secondo l’ultima rivelazione dell’Upvad-Confcommercio, a Roma si contano oltre 5.500 attività gestite da stranieri nel commercio al dettaglio e all’ingrosso.

Alcuni sindaci, tra cui quello di Firenze Dario Nardella, hanno cercato di limitare questo fenomeno, soprattutto per salvaguardare i prodotti locali. La giunta del capoluogo toscano ha recentemente introdotto una norma molto discussa. Per proteggere i prodotti del made in Italy, e in controtendenza rispetto alla deregulation degli ultimi anni, è stato stabilito che nel settore alimentare e ristorazione possono aprire solo esercizi commerciali in cui si vendono per il 70% prodotti toscani. La norma è stata giustificata come un modo per limitare l’invasione dei prodotti alimentari globali e per proteggere i valori culturali del cibo nel centro storico.

La notizia ha fatto velocemente il giro del paese, con i politici locali e nazionali che si sono divisi in due scuole di pensiero: da un lato quelli a favore della norma, vista come un modo di valorizzare il cibo italiano, soprattutto per questioni culturali e turistiche, dall’altro quelli contro, che considerano la decisione discriminatoria e anacronistica, in un paese sempre di più multi-culturale e multi-etnico.

Abbiamo chiesto ai candidati sindaco di Roma, Milano, Napoli e Torino di posizionarsi sul tema. Molti si sono dichiarati contrari alla scelta del sindaco Nardella. Fra questi Stefano Fassina a Roma, Beppe Sala e Marco Cappato a Milano, Piero Fassino a Torino, Valeria Valente e Gianni Lettieri a Napoli.

Data l’importanza dell’argomento, abbiamo deciso di inserirlo fra i temi di voisietequi. Abbiamo chiesto ai candidati di prendere posizione e al tempo stesso invitiamo i cittadini ad esprimersi e confrontarsi su un punto fondamentale per la politica locale a Roma, Milano, Napoli e Torino.

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