Pressione fiscale, in dieci anni +37,6% nelle grandi città

Dopo la crisi, per risanare i conti pubblici sono stati tagliati i trasferimenti agli enti locali. Un intervento compensato con l’inasprimento della pressione fiscale. Vediamo quanto hanno speso di più i cittadini in tasse e imposte locali a Roma, Torino, Milano e Napoli.Abbiamo già rilevato questa tendenza. Ma in concreto, quanto è cambiato per i contribuenti? Abbiamo cercato di rispondere dal punto di vista dei cittadini che voteranno nelle 4 città maggiori: Roma, Milano, Napoli, Torino. Quanto hanno speso, in media ogni anno, per le imposte e tasse locali?

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Se nel 2005 i cittadini di queste quattro città versavano a testa circa 669 euro al proprio comune, tre anni dopo, nel 2008, l’abolizione dell’ici sulla prima casa ha portato gli incassi fiscali delle quatto città a 355,62 euro pro capite. La pressione fiscale è tornata a salire nel 2011, con l’introduzione dell’imu sull’abitazione principale approvata durante il governo Monti, per raggiungere il picco massimo l’anno successivo: 995 euro pro capite versati all’erario dai cittadini delle 4 maggiori città italiane.

Negli ultimi due anni analizzati, sono ancora dei provvedimenti nazionali a muovere le leve del fisco locale. Nel 2013, la soppressione della seconda rata dell’imu riduce la pressione fiscale pro capite a 739,69 euro. Dal 2014, al posto dell’imu, sulle prime case si paga una tassa sui servizi indivisibili (tasi). Questa operazione ha riportato la pressione fiscale a 921,40 euro pro capite.

Nei prossimi giorni vedremo in dettaglio, città per città, quanto hanno speso ogni anno a testa i cittadini in tasse e imposte comunali.

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