Roma, le priorità dei sindaci a confronto

Abbiamo analizzato le spese fatte dal comune di Roma con gli ultimi tre sindaci, per capire quali priorità abbiano privilegiato le amministrazioni che si sono succedute alla guida della capitale. In dieci anni è cresciuta la spesa per il territorio e l’ambiente, mentre è diminuita quella per viabilità e trasporti.

Prima che subentrasse il commissario prefettizio Tronca, i sindaci che hanno guidato la capitale negli ultimi dieci anni sono stati Valter Veltroni, Gianni Alemanno e Ignazio Marino. Il primo e il terzo erano sorretti da una maggioranza consiliare di centrosinistra, imperniata attorno al Partito democratico, mentre il secondo guidava una coalizione di centrodestra. È realistico immaginare che ciascuna di queste amministrazioni abbia governato con un diverso tipo di priorità. Un ordine che potrebbe, in parte, emergere dall’analisi dei bilanci gestiti dai diversi sindaci.

Una precisazione è d’obbligo. Il bilancio di qualsiasi ente pubblico, comuni compresi, non è una tabula rasa su cui i sindaci possono intervenire a piacimento. Ci sono delle spese fisse, come quelle per il personale o per il rimborso dei prestiti, su cui nessuna amministrazione ha margine di manovra, almeno nel breve periodo. Detto questo, si possono ritrovare delle tendenze di lungo periodo nel criterio con cui i sindaci gestiscono le risorse a disposizione nel bilancio. Per questa ragione abbiamo selezionato le categorie di spesa che hanno subìto le variazioni maggiori tra un sindaco e un altro.

Partiamo con le spese in viabilità e trasporti. Si tratta di una categoria che include tutte le spese per la manutenzione delle strade, per la costruzione delle infrastrutture e per garantire il funzionamento del trasporto pubblico. Una voce di spesa che, per una delle capitali europee più estese d’Europa, ha un ruolo essenziale per garantire la mobilità dei cittadini.

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La spesa in viabilità e trasporti ha occupato il 27% delle spese del comune nel triennio 2005 e 2007, gli ultimi tre consuntivi approvati con Veltroni. In termini pro capite, annualmente il comune spendeva circa 525 euro per ogni romano. Con Alemanno la percentuale è scesa al 24,2%, con una spesa pro capite di 435,30 euro. Con Marino la quota di budget dedicata a viabilità e trasporti è ulteriormente diminuita (22,5%), per quanto in termini pro capite sia risalita a 485 euro circa.

Molto più stabili le spese di amministrazione, in cui sono computate tutte le spese sostenute per gli uffici che coordinano le attività interne dell’ente comunale, come la tesoreria, la segreteria generale, i servizi di organizzazione e gestione del personale, l’anagrafe comunale. Queste uscite hanno impegnato il 17,6% delle spese erogate durante l’amministrazione Veltroni (2005-07), e il 21,3% sia con Alemanno che con Marino. In termini assoluti però sono cresciute: 341 euro pro capite annui con Veltroni, 382 euro con Alemanno e 459 euro con Marino.

Anche le spese in territorio e ambiente sono cresciute. Con Veltroni erano il 10,2% delle uscite, con Alemanno sono salite al 12,4%. Ma è con Marino che si assiste all’incremento più consistente (17,7%), anche in termini assoluti. Con l’ultimo sindaco eletto, il comune ha speso 381,94 euro pro capite l’anno, contro i circa 222 euro di Alemanno e i 199 euro di Veltroni.

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