Giornali e radio di partito costano allo stato 9 milioni di euro

In un solo anno, nel 2014, i giornali di partito hanno ricevuto complessivamente oltre 4,2 milioni di euro. Per le emittenti si arriva quasi a un milione di euro, a cui si aggiungono i 4 milioni del fondo incassato dalla sola Radio radicale. 

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Una legge delega al governo approvata a marzo alla camera e adesso incardinata al senato prevede l’abolizione dei contributi all’editoria di partito. La cui entità, in totale, sta su svariati milioni di euro. Nel 2014, infatti, i giornali di partito hanno ricevuto complessivamente oltre 4,2 milioni di euro. Quattro i beneficiari: prima in classifica l’Unità, che ha preso quasi 1,9 milioni di euro. Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci è anche quello che ha incassato più fondi pubblici nel decennio precedente, tra 2003 e 2013, per un totale di oltre 60 milioni di euro. Al secondo posto il giornale della Lega nord, la Padania, con 1,2 milioni di contributi pubblici nel 2014. Europa, quotidiano oggi chiuso, vicino al Partito democratico e in precedenza alla Margherita, prendeva più di 600mila euro. Poco meno di mezzo milione di euro per il Secolo d’Italia.

Di queste testate, 3 su 4 risultavano in liquidazione al momento del pagamento del contributo, a eccezione del Secolo d’Italia.

Per quanto riguarda le radio, abbiamo identificato due canali di finanziamento. Il primo non è indirizzato direttamente ai media di partito: si tratta del “contributo annuale a imprese radiofoniche di informazione generale”. Questo fondo, pari a 4 milioni di euro, è stato incassato nel 2014 da Radio radicale, emittente organo della lista Marco Pannella, legata ai Radicali italiani.

È  invece destinato direttamente alle emittenti di partito il “contributo a radio organo di partito o di movimento politico”. 925mila euro divisi tra tre soggetti. Al primo posto Radio città futura, che riceve oltre metà del fondo (531mila euro circa). A seguire Veneto uno, con 219mila euro di contributi e Radio Galileo 100.5 con 175mila euro.

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