Scelta civica, il declino di un partito nei numeri

L’esperimento politico di Mario Monti è fallito. Il tentativo di creare un terzo polo all’interno del parlamento non ha ottenuto gli effetti sperati. I risultati elettorali e i numeri di camera e senato per raccontare la crisi di Scelta civica.

Quando a fine 2012 Mario Monti ha ufficializzato la sua partecipazione alle elezioni politiche del 2013, forse in pochi avrebbero predetto un futuro così burrascoso per il suo partito, Scelta civica. Le ambizioni erano chiare: creare un terzo polo politico per contrastare il duopolio che ha caratterizzato la seconda Repubblica.

L’esperimento però non ha portato i risultati desiderati ed è stato segnato da un lento e inesorabile declino. Per capire bene com’è andata, è il caso analizzare tre aspetti della questione: i risultati elettorali, la presenza del partito in parlamento e la leadership che ha guidato il movimento.

I risultati elettorali

Le politiche del 2013 furono il primo banco di prova per Scelta civica. Alla camera dei deputati il movimento ottenne 2.823.842 preferenze (8,30% dei voti), arrivando ad essere il quarto partito a livello nazionale, dietro a Movimento 5 stelle, Partito democratico e Popolo delle libertà. Discorso analogo al senato, con 2.797.734 voti raccolti (9,14% del totale). Un risultato non del tutto deludente, specie se si considera che sia a Montecitorio che a Palazzo Madama nella circoscrizione “esteri” Scelta civica risultò il secondo partito più votato dietro al Pd.

Alle europee del 2014, unico altro grande appuntamento elettorale di livello nazionale fino a oggi, la parabola imbocca velocemente il suo tratto decrescente. Meno di 200 mila le preferenze raccolta (197.942), con lo 0,72% dei voti. I voti all’estero crollarono a meno di 2 mila.

La presenza del partito in parlamento

La storia politica di Scelta civica nasce dalle ceneri della scorsa legislatura. Il tentativo di inserire un terzo polo nelle dinamiche politiche del nostro paese risale a inizio 2011. Futuro e libertà, Unione di centro e Alleanza per l’Italia unirono le forze in “Nuovo polo per l’Italia”, partecipando sia alle elezioni amministrative di quell’anno, sia creando un gruppo parlamentare a Palazzo Madama. Fra camera e senato si contavano circa 90 parlamentari.

Con la XVII legislatura Scelta civica entra ufficialmente in parlamento. 49 gli eletti iscritti al gruppo alla camera, e 21 al senato. Numeri, già in partenza, inferiori a quelli di fine 2012.

Da lì un lento ma inesorabile declino ha portato il partito a perdere 29 membri alla camera (conquistandone 4, per un saldo di -25), e a sparire completamente al senato. Un’involuzione che ha contribuito alla nascita di nuove realtà politiche in parlamento quali Per l’Italia e Democrazia solidale.

La leadership alla guida

Dal gennaio 2013 il partito ha avuto 5 presidenti (Andrea Riccardi, Mario Monti, Alberto Bombassei, Renato Balduzzi e Salvatore Matarrese), 11 vicepresidenti e 3 segretari nazionali (Andrea Olivero, Stefania Giannini ed Enrico Zanetti). Inoltre in questi tre anni ha subìto due scissioni: la prima ha portato alla creazione di Popolari per l’Italia e la seconda al confluire di deputati e senatori nel Partito democratico.

Nell’ultimo rimpasto di governo l’attuale segretario Enrico Zanetti è stato “promosso” a viceministro. È stata l’occasione per cercare l’ennesimo rilancio del movimento:

Siamo noi di Scelta civica i veri alleati di Matteo Renzi, non Angelino Alfano. E siamo pronti a correre con le liste dei Moderati in tutta Italia

Un “cantiere dei moderati”, così ha definito Zanetti la nuova fase storica del partito, rivendicando il ruolo di unico e vero alleato di Matteo Renzi all’interno del parlamento.

Il prossimo 19 marzo faremo la manifestazione di avvio ufficiale della campagna elettorale per le amministrative radunando i ‘cittadini per l’Italia’. La nostra posizione è volta a privilegiare alleanze con liste civiche e con il Pd. Per noi le uniche alleanze praticabili sono coerenti con la nostra posizione al governo. Per questo a Roma sosteniamo Roberto Giachetti e invece Alfano sostiene Alfio Marchini. A Milano siamo per Giuseppe Sala e invece Ncd è con Forza Italia per Stefano Parisi

La conclusione?

Opinione politica a parte sull’ennesimo rilancio di Scelta civica, una cosa sembra ormai evidente. Dai risultati elettorali, alla presenza in parlamento, passando per le scelte della leadership, il tentativo di creare un terzo polo politico in Italia è fallito.

Quando Mario Monti, ideatore e aggregatore del progetto, ha gradualmente lasciato le redini del partito (prima dimettendosi da presidente nell’ottobre del 2013, e poi lasciando il gruppo al senato nel febbraio 2015), ha creato un vuoto evidente. Vuoto che ha causato molti dei successivi addii al movimento.

Da ambizioni di terzo polo, a braccio destro del Partito democratico: l’involuzione di Scelta civica in tre anni.

Per approfondimenti: