Dall’indennità dei parlamentari alle casse dei partiti

Anche il contributo che i parlamentari versano al partito di elezione è una forma finanziamento alla politica attraverso soldi pubblici, per varie ragioni. Innanzi tutto perché molto spesso è obbligatorio per statuto, ma può essere detratto come una donazione volontaria.

È prassi consolidata e di vecchia data che il parlamentare versi un contributo al partito di elezione. La novità è che questo contributo, che per quasi tutti i partiti è obbligatorio per statuto, può essere detratto come se fosse una donazione volontaria.

Si realizza così, di fatto, un doppio finanziamento statale. Per prima cosa, essendo il contributo una quota dell’indennità parlamentare, proviene da soldi pubblici; in secondo luogo gli eletti scaricano il costo di quel contributo sullo stato, portandolo in detrazione nella dichiarazione dei redditi. Una detrazione che la riforma del 2014 ha innalzato al 26%. È dunque legittimo chiedersi se le retribuzioni dei parlamentari siano tenute alte anche per finanziare i partiti.

Le retribuzioni dei parlamentari valgono circa 225 milioni di euro (dati 2014). Di questi, 123,6 milioni sono corrisposti come indennità, e su questa parte dello stipendio è generalmente calcolato il contributo da pagare al partito. Altri 101 milioni sono versati ai parlamentari come rimborsi spese.

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Quest’ultima voce, tra 2012 e 2014, è cresciuta dell’8%, generando un aumento di disponibilità per i parlamentari pari a 7,5 milioni di euro. Allo stesso tempo, abbiamo stimato che i contributi dei parlamentari al partito, calcolati sull’indennità, possano valere circa 11 milioni di euro.

È difficile calcolare questo dato in modo più preciso. In primo luogo perché ogni forza politica impone un prelievo diverso, determinato attraverso atti interni non sempre disponibili pubblicamente. Per esempio si va dai circa 1.500 euro al mese previsti dal Pd, agli oltre 2.000 della Lega, al 35% dell’indennità lorda richiesto da Sel. Inoltre anche le sezioni locali del partito dove il parlamentare è stato eletto possono richiedere una quota, variabile da territorio a territorio. Infine è impossibile quantificare con certezza l’effettiva riscossione del contributo.

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