Rosatellum bis, una fiducia dopo l’altra

Tra camera e senato sono stati 8 i voti di fiducia sulla legge elettorale. Da quando si è insediato il governo Gentiloni è arrivato a quota 27, poco meno di 3 al mese. Aggiungendo i governi Letta e Renzi il totale della XVII legislatura è 103: nella precedente erano stati 97.

Fra i tanti temi che hanno infuocato il dibattito sulla nuova legge elettorale, quello dei voti di fiducia è stato fra i più controversi. L’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni ha infatti deciso di legare il suo destino a quello del provvedimento, ponendo 3 questioni di fiducia alla camera per altrettanti articoli e 5 al senato.

Il ricorso ai voti di fiducia è ormai un tratto caratteristico dell’attuale governo. Dal 12 dicembre scorso, data del suo insediamento, il governo Gentiloni ha usato questo strumento 27 volte, una media di 2,7 volte al mese. Fra gli ultimi 5 governi (XVI e XVII legislatura), solo l’esecutivo Monti ha registrato numeri più alti, con una media di 3 voti di fiducia al mese.

Il dato forse più significativo però riguarda il rapporto fra le leggi approvate e i voti di fiducia. Considerando le 46 leggi pubblicate in gazzetta ufficiale e i 27 voti di fiducia, il rapporto per il governo Gentiloni è attualmente al 58,70%, il dato più alto fra gli ultimi 5 esecutivi. Questo dato ovviamente include norme, come appunto il rosattellum, per cui i voti sono stati addirittura 8.

Ovviamente da qui alla fine della legislatura questo dato per il governo Gentiloni è destinato a cambiare perché il numero di testi approvati aumenterà così come probabilmente anche quello dei voti di fiducia.

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