Presenze in commissione, la presa in giro sugli odg Mazziotti, Gagnarli e Melilla

Nel corso della legislatura vari odg al bilancio della camera hanno chiesto la pubblicazione delle presenze di deputati e senatori ai lavori delle commissioni. Proposte recentemente accolte dai questori, con una riformulazione che sembra più un vago impegno a non fare nulla.

I lavori delle commissioni parlamentari rimangono ad oggi una zona d’ombra dell’attività parlamentare. Organi in cui viene svolto una parte fondamentale (se non principale) della produzione legislativa di cui però si sa troppo poco. Fra i tanti problemi che abbiamo denunciato in questi anni (anche con la campagna #ParlamentoCasadiVetro), c’è la mancanza di informazioni sulla partecipazione ai lavori dei parlamentari.

Un’assurdità, visto che grazie a un deliberazione dell’ufficio di presidenza dell’ottobre 2011, le assenze e le presenze vengono già monitorate per permettere di penalizzare con le dovute decurtazioni alla diaria, i parlamentari che non partecipano alle sedute delle commissioni. Basterebbe quindi, come proposto da un recente ordine del giorno al bilancio della camera presentato dall’on. Mazziotti, pubblicare online questi dati. Un’idea semplice e a costo zero, già avanzata in passato dagli onorevoli Melilla e Gagnarli, che aiuterebbe non solo l’immagine dei parlamentari (troppo spesso accusati di nullafacenza), ma che permetterebbe anche di meglio monitorare le decisioni prese da camera e senato.

A inizio agosto, prima della pausa estiva, l’aula di Montecitorio è stata impegnata con l’approvazione del bilancio interno, e quindi dei relativi ordini del giorno presentati dai deputati. Come comunicato dal questore Fontanelli, l’iter dell’odg Mazziotti è stato “accorpato” a quello dei precedenti odg Melilla e Gagnarli. Tutte le proposte sono state accolte con la seguente riformulazione:

Valutare l’opportunità di sottoporre all’Ufficio di Presidenza una disciplina finalizzata alla pubblicazione di riepiloghi periodici delle presenze dei deputati nell’ambito delle sedute delle Commissioni, nonché a valutare l’opportunità di approfondire possibili forme di valorizzazione dell’insieme dell’attività parlamentare dei deputati.

Un giro di parole che sembra più una presa in giro che un reale impegno. «Valutare l’opportunità di sottoporre […] una disciplina finalizzata alla pubblicazione» sono tante parole che potevano essere sostituite da una più chiara richiesta di trasparenza di documenti già redatti e disponibili. Ovviamente speriamo di sbagliarci, e speriamo che entro l’inizio della prossima legislatura l’ufficio di presidenza della camera approvi questa delibera. Un parlamento più trasparente è il primo step per migliorare il logorato rapporto fra elettori ed eletti.

Per approfondire: