Renzi e Crocetta, doppio accordo in vista di regionali e politiche

Dopo settimane di discussioni, il governatore uscente della regione Sicilia non si ri-candiderà. Nell’accordo anche la conferma di una lista Crocetta a Palazzo Madama nelle prossime elezioni nazionali. Non si tratta di una novità, ma di una conferma dopo il buon risultato del 2013.

Come antipasto all’importante tornata elettorale del prossimo anno, il 2017 si concluderà con la chiamata alle urne per votare il nuovo governatore della regione Sicilia. Dopo 5 anni di amministrazione Crocetta la corsa per Palazzo d’Orleans dirà molto sui nuovi equilibri politici nazionali. A due mesi dal voto però l’elenco dei candidati non è ancora ben definito, anche se alcuni punti fermi fra i principali partiti già ci sono. Il Movimento 5 stelle, grande favorito, candida Giancarlo Cancelleri, mentre il centrodestra l’ex eurodeputato e sottosegretario Nello Musumeci. Due consiglieri uscenti (entrambi in corsa per la poltrona di governatore anche nel 2012) che già hanno iniziato la loro campagna elettorale in vista del voto.

A sinistra la situazione è un po’ più complessa. Da un lato Mdp scommette sul deputato Claudio Fava, dall’altra il Partito democratico punta sul rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari. In tutto questo il governatore uscente, Rosario Crocetta, aveva comunicato la sua volontà di presentarsi per un secondo mandato. Dopo un recente incontro con il segretario dem Matteo Renzi però, Crocetta sembra intenzionato a ritirarsi dalla gara, sostenendo di fatto il nome portato avanti dal Partito democratico. Tutto questo alla luce di un accordo che vede come protagonista Il megafono, partito siciliano di Rosario Crocetta.

Il megafono nasce come lista civica a sostegno di Crocetta per le elezioni regionali del 2012, diventando poi partito vero e proprio in vista delle elezioni politiche del 2013. In quell’occasione si presentò solamente al senato in coalizione con il Partito democratico. L’attuale sistema elettorale per Palazzo Madama, differente da quello per la camera, è su base regionale, il che vuol dire che i voti per la ripartizione dei seggi non vengono sommati a livello nazionale, ma solo contati a livello regionale. Non solo, se un lista si presenta in coalizione (come fece Il Megafono assieme alla colazione Italia. Bene Comune guidata dal Pd) la soglia di sbarramento passa dall’8% al 3%. Grazie a questo sistema una lista locale che fa parte di una coalizione che supera il 20%, può entrare al senato anche se candidata in una sola regione e anche se ottiene solamente il 3% dei voti a livello regionale.

Nel 2013 Il Megafono ottenne 138.564 voti, pari al 6.16% del totale, diventando l’unico partito locale (candidato in una sola regione) ad eleggere un senatore: Giuseppe Lumia, che ora è iscritto gruppo Pd di Palazzo Madama. Uno scenario simile è quindi immaginabile anche per le prossime elezioni politiche, sempre in coalizione con il Partito democratico.

L’accordo fra Renzi e Crocetta porta (per ora) il numero dei candidati del centrosinistra da 3 a 2, nel tentativo di recuperare il largo vantaggio nei sondaggi che a oggi sembrano avere Cancelleri e Musumeci. Un accordo che guarda chiaramente alle prossime elezioni politiche visto che Crocetta ha confermato la presenza de Il megafono sia il 5 novembre (data del voto in Sicilia) sia al senato per le politiche in primavera. Una vicenda che sottolinea quanto le leggi elettorali di camera e senato possano avere un ruolo anche nelle dinamiche locali, specialmente visto che a Palazzo Madama il voto è su base regionale.

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