Per il governo Gentiloni 14 voti di fiducia in 7 mesi

Insediatosi il 12 dicembre dell’anno scorso, l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni festeggia 7 mesi di vita. Con quello di oggi sul decreto banche venete, sono saliti a 14 i voti di fiducia su disegni di legge discussi in aula, 2 al mese.

Il decreto banche venete, entrato in vigore il 25 giugno 2017, è approdato in aula alla camera il 10 luglio scorso. Dopo due giorni di discussione il governo ha deciso di porre la fiducia sul testo, ottenuta con 318 voti favorevoli, 178 contrari e 1 astenuto. Si tratta del quattordicesimo voto di fiducia in 7 mesi di governo, il sesto alla camera a cui bisogna aggiungere 8 casi al senato.

Da quando si è insediato, il governo Gentiloni ha posto la fiducia su disegni di legge in discussione 2 volte al mese, seguendo in pieno la media stabilita nel precedente governo Renzi. Fra i 5 governi delle ultime 2 legislature, solamente quello capitanato da Mario Monti era riuscito a fare “meglio”, con una media 3 voti ogni 30 giorni.


Altro elemento da considerare mette in relazione quanto detto fino a ora con il numero di leggi approvate. Per quanti testi usciti dalla camera e dal senato durante il governo Gentiloni è stato necessario utilizzare il voto di fiducia? Considerando le 33 leggi votate e pubblicate in gazzetta ufficiale, il rapporto testi approvati-voti di fiducia è al 42,42%. Anche qua, solamente l’esecutivo Monti, nelle ultime 2 legislature, ha dati più alti con la fiducia utilizzata per il 45,13% delle leggi approvate.

L’uso massiccio dei voti di fiducia nelle dinamiche di camera e senato è diventato ormai una prassi, con delle conseguenze chiare sulla quantità e qualità del dibattito parlamentare. Questo perché da un lato lo velocizza, specialmente sui decreti legge in scadenza, dall’altro lo limita, legando il destino del testo a quello dell’esecutivo.

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