Cosa sono e quanto valgono le partite di giro

Nel bilancio compaiono anche delle entrate che, a differenza delle altre, non potranno essere spese dal comune stesso. Sono le entrate in conto terzi: delle partite di giro che transitano dal bilancio municipale ma che sono destinate a altri enti. Vediamo quanto valgono nelle maggiori città italiane.

In questa rubrica ci siamo già occupati della questione della rigidità della spesa, ovvero quanto sia ampio il margine di manovra degli amministratori nel decidere come allocare le risorse della comunità. Infatti, ci sono delle spese “obbligate” su cui un sindaco, a prescindere dalle intenzioni e dal colore politico, non può intervenire, almeno sul breve periodo. Tra queste la spesa per il rimborso dei prestiti e quella per il personale.

Ma all’interno dei bilanci comunali ci sono anche delle voci in entrata su cui l’amministrazione non ha voce in capitolo, e in cui agisce solo da “passaggio obbligato”. E’ il caso ad esempio delle “entrate da servizi per conto terzi”.

Questa voce del bilancio comunale comprende i soldi che transitano nel bilancio dell’ente, ma che sono già vincolati per specifiche funzioni, stabilite dalla legge. Principalmente si tratta delle ritenute effettuate sugli stipendi come sostituto d’imposta. Proprio come i datori di lavoro privati, infatti, i comuni trattengono dalla retribuzione dei propri dipendenti le imposte e gli oneri contributivi che poi gireranno all’amministrazione centrale.

Questo, da un punto di vista contabile, produce un’entrata, ma si tratta di soldi che il comune non potrà spendere perché destinati ad altri soggetti (ad esempio, l’erario). Si tratta quindi di una partita di giro, tanto entra e tanto esce (spese per conto terzi) nel bilancio. Ma quanto pesano sul bilancio delle maggiori città italiane? Lo possiamo vedere consultando openbilanci, alla voce specifica delle entrate per conto terzi.

La classifica delle città italiane con più di 200mila abitanti, per il 2014, vede al primo posto Venezia, con 207,97 euro per ogni abitante. Al secondo e terzo posto si collocano Milano e Trieste, con circa 160 euro pro capite. Poco distante Roma con meno di 150 euro.

Le città dove questa voce incide meno rispetto alla dimensione demografica sono Palermo, Genova e Bari, tutte e tre al di sotto dei 100 euro per ogni residente.

Scarica le classifiche regione per regione:

 

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