Quanto valgono le entrate dal sociale

La funzione sociale attribuita ai comuni italiani può comportare spese importanti a loro carico. Questo costo può essere coperto sia attraverso la fiscalità generale che con una compartecipazione degli utenti del servizio. Vediamo quanto vale questo tipo di entrata nelle città maggiori.

Una delle funzioni più delicate per i comuni italiani è mantenere il cosiddetto welfare municipale: asili nido, strutture e residenze per anziani e altri servizi sociali. Compiti che hanno un valore importante per la comunità, e che di conseguenza possono rappresentare una spesa significativa per le casse dell’ente.

Questa spesa viene coperta in due modi. In primo luogo, attraverso le entrate tributarie e la fiscalità generale. Oltre a questa fonte, il comune può far compartecipare gli utenti di alcuni servizi a questo tipo di spese, applicando una tariffa anche in funzione del reddito o di altri parametri definiti preventivamente. In questo senso l’ente riscuote delle entrate a corrispettivo di un servizio: si pensi alle rette degli asili nido o ad altre tariffe di questo tipo.

Da un punto di vista contabile, questi incassi confluiscono nelle entrate extratributarie realizzate nell’esercizio delle funzioni nel settore sociale, e sono inserite in una propria voce di bilancio. Consultandola possiamo avere una misura – anche se molto indiretta e parziale – della compartecipazione dei cittadini a quei servizi.

Con una premessa dovuta; quando si analizzano le entrate “per cassa” si parla di riscosso: quindi in alcune realtà potrebbe esserci uno scostamento significativo tra quanto dovuto all’ente e quanto effettivamente incassato, sia per ragioni di evasione, sia per ritardi nei pagamenti.

Osservando le entrate realizzate nella funzione sociale nel 2014, vediamo che tra le maggiori città italiane al primo posto si colloca Trieste, con 51,42 euro pro capite, mentre al secondo posto troviamo Milano con 39,72 euro per abitante.

Tutti gli altri comuni italiani superiori ai 200mila abitanti incassano meno di 20 euro per ogni abitante nell’esercizio delle funzioni sociali.

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