2 voti di fiducia in 2 giorni, il governo Gentiloni arriva a quota 13

Il primo mercoledì alla camera sulla riforma del codice penale, il secondo giovedì al senato sulla manovra correttiva. 89° questione di fiducia posta su un disegno di legge da inizio legislatura, è la numero 13 per l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni.

Con la legge elettorale ormai fuori dai radar, il governo ha messo l’acceleratore in parlamento, velocizzando l’approvazione di due testi chiave. Da un lato la riforma del codice penale presentata dal ministro Orlando nel dicembre del 2014, dall’altra la manovra correttiva, decreto legge la cui decadenza si stava avvicinando.

Per il governo Gentiloni si tratta del 13° voto di fiducia dalla data di insediamento del dicembre scorso, 8 sono avvenuti al senato (dove c’è una maggioranza più risicata) mentre 5 alla camera. In totale da inizio legislatura in 89 occasioni l’esecutivo ha legato il suo destino a quello di un disegno di legge, 10 volte con Letta e 66 con Renzi.  Nella scorsa legislatura (2008-2013), i governi Berlusconi e Monti arrivarono a quota 96 voti di fiducia.

In 6 mesi di governo, la squadra di Paolo Gentiloni ha posto la fiducia 2 volte al mese, in linea con la media tracciata dal governo Renzi. Numeri più bassi per l’esecutivo guidato da Enrico Letta, quando la media era 1,11.

Altro elemento da considerare mette in relazione quanto detto fino ad ora con il numero di leggi approvate. Per quanti testi usciti dalla camera e dal senato durante il governo Gentiloni è stato necessario utilizzare questo strumento? Il 44,83% delle provvedimenti ha richiesto un voto di fiducia, percentuale di gran lunga superiore a quella del governo Renzi (26,72%) e Letta (27,78%). Solo Monti nella scorsa legislatura era riuscito a fare “meglio”, raggiungendo quota 45,13%.


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