Affluenza in calo ovunque, specialmente al nord

Al primo turno delle amministrative hanno votato il 60,07% degli aventi diritto. In calo di 6 punti percentuali rispetto alla tornata precedente. Il calo è più sensibile al nord. Fra le grandi città, Parma è la peggiore con la percentuale di votanti che scende di -10,90 punti percentuali.

Fra vinti e vincitori, come ogni elezione, torna al centro del dibattito politico il tema dell’affluenza. Più di 1.000 i comuni che sono stati chiamati alle urne nella giornata di domenica, fra cui 3 capoluoghi di regione: Genova, L’Aquila e Palermo. In media 6 elettori su 10 hanno votato, per la precisione il 60,07% degli aventi diritto. Un dato nazionale in calo rispetto alla tornata precedente, quando la media era del 66,85%.

Campania (68,32%), Umbria (67,71%) e Puglia (66,74%) sono le 3 regioni fra le 18 coinvolte che hanno avuto la percentuale più alta di affluenza, classifica chiusa da Lombardia (55,30%), Molise (50,66%) e Liguria (50,63%).

È al nord e al centro che le percentuali sono scese maggiormente rispetto alla precedente tornata di elezioni amministrative. In maniera particolare da notare il calo in Emilia-Romagna, dove la media è passata dal 65,50% al 55,51% (-9,99), nel Lazio, dal 71,43% al 62,79% (-8,64), e nel Veneto, dal 66,61% al 58,02% (-8,59). Percentuale di votanti scesa di 8,26 punti percentuale al nord, di 6,35 al centro e di 4,68 punti al sud e isole.

Otto le grandi città al voto, fra cui 3 capoluoghi di regione. Anche qua il calo più drastico dell’affluenza si è testimoniato in città del centro-nord, nello specifico Parma (-10,90 punti percentuali) e Verona (-10,83). Molto forte anche la contrazione a Palermo, dove l’affluenza è passata dal 63,19% al 52,60% (-10,59).  Fra i grandi comuni al voto, Catanzaro (-3,33 punti percentuale), Taranto (-3,92) e L’Aquila (4,61) subiscono il calo dell’affluenza minore.


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