Tra i servizi pubblici offerti dal comune figurano una serie di prestazioni di natura molto diversa: dai trasporti, alle mense scolastiche, ai servizi sociali. Per rendere sostenibile il loro costo per l’ente, vengono coperti – oltre alla fiscalità generale – anche attraverso tariffe pagate dagli utenti.
Tra le prerogative dei comuni, quella di garantire e organizzare i servizi pubblici locali necessari alle esigenza della cittadinanza. Questi possono essere gestiti sia direttamente dall’ente, attraverso i propri uffici, oppure attraverso società partecipate o private attraverso un appalto.
I servizi offerti dall’amministrazione comunale possono essere di natura molto differente tra loro. Si va dal trasporto urbano alle mense scolastiche, dalle piscine agli impianti sportivi dell’ente, fino agli asili nido e agli altri servizi sociali o socio-assistenziali.
Servizi che hanno un costo per l’ente, che in parte può essere coperto attraverso la fiscalità generale, ma che in parte è a carico degli stessi utenti attraverso il pagamento di una tariffa. Non si tratta, come sarebbe per un servizio totalmente privato, del prezzo effettivo della prestazione ricevuta – ma di un contributo richiesto all’utente per rendere più sostenibile la spesa a carico dell’ente pubblico.
Per rendere più equa questa spesa, il comune può deliberare esenzioni e pagamenti ridotti in base all’età oppure all’Isee del richiedente, come avviene nel caso degli abbonamenti per il trasporto pubblico. Ma attenzione: non si tratta di entrate tributarie come sarebbe per una tassa o un’imposta, che da costituzione devono essere progressive: si tratta di una tariffa a corrispettivo di una prestazione ricevuta.