Le entrate dai servizi pubblici per i comuni

Tra i servizi pubblici offerti dal comune figurano una serie di prestazioni di natura molto diversa: dai trasporti, alle mense scolastiche, ai servizi sociali. Per rendere sostenibile il loro costo per l’ente, vengono coperti – oltre alla fiscalità generale – anche attraverso tariffe pagate dagli utenti.

Tra le prerogative dei comuni, quella di garantire e organizzare i servizi pubblici locali necessari alle esigenza della cittadinanza. Questi possono essere gestiti sia direttamente dall’ente, attraverso i propri uffici, oppure attraverso società partecipate o private attraverso un appalto.

I servizi offerti dall’amministrazione comunale possono essere di natura molto differente tra loro. Si va dal trasporto urbano alle mense scolastiche, dalle piscine agli impianti sportivi dell’ente, fino agli asili nido e agli altri servizi sociali o socio-assistenziali.

Servizi che hanno un costo per l’ente, che in parte può essere coperto attraverso la fiscalità generale, ma che in parte è a carico degli stessi utenti attraverso il pagamento di una tariffa. Non si tratta, come sarebbe per un servizio totalmente privato, del prezzo effettivo della prestazione ricevuta – ma di un contributo richiesto all’utente per rendere più sostenibile la spesa a carico dell’ente pubblico.

Per rendere più equa questa spesa, il comune può deliberare esenzioni e pagamenti ridotti in base all’età oppure all’Isee del richiedente, come avviene nel caso degli abbonamenti per il trasporto pubblico. Ma attenzione: non si tratta di entrate tributarie come sarebbe per una tassa o un’imposta, che da costituzione devono essere progressive: si tratta di una tariffa a corrispettivo di una prestazione ricevuta.

Ma quanto vale questa fonte di entrata nelle casse delle città italiane? Per verificarlo possiamo utilizzare l’apposita voce su openbilanci, “proventi dei servizi pubblici”.

Ad esempio nel 2014, tra le città superiori ai 200mila abitanti, quella che ha incassato di più dai suoi servizi pubblici è stata Milano con 463 euro per ogni residente. Al secondo posto, Firenze con 240,58 euro pro capite. Buona parte dei maggiori centri italiani incassa attorno ai 100 euro pro capite (dai 116,72 euro di Torino ai 91,63 di Genova). Nelle maggiori città meridionali (Napoli, Palermo, Bari e Catania) questa entrata – se considerata rispetto alla popolazione residente – è sensibilmente più bassa.

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Per approfondimenti:

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