Quanto valgono le entrate da prestiti

Per finanziare investimenti come la costruzione di opere pubbliche, gli enti locali – e tra questi i comuni – possono ricorrere alle entrate da prestiti. Vediamo quanto valgono all’interno dei bilanci comunali delle città maggiori, rispetto alla dimensione demografica di ciascuna di esse.

Quando si pensa alle entrate che riscuotono i comuni, la mente va subito alle imposte e tasse richieste dall’amministrazione locale. In realtà un bilancio comunale si compone di varie voci, entrate di tipo diverso che servono per finanziare le uscite dell’ente.

Le principali entrate di una amministrazione locale possono essere (al netto di partite di giro per conto di altri enti):

  1. di natura tributaria;
  2. derivanti da contributi dello stato o altri enti;
  3. di natura extra-tributaria (tra cui i soldi che il comune incassa dai servizi pubblici);
  4. provenienti da alienazioni o trasferimenti di capitale (ad esempio quando il comune vende degli immobili o delle partecipazioni azionarie);
  5. derivanti da prestiti.

In quest’ultima voce, in particolare, vengono iscritte tutte le entrate che il Comune riceve in seguito all’accensione di prestiti con altri enti. Ad esempio, include le anticipazioni di cassa, i finanziamenti a breve termine, le assunzioni di mutui e prestiti e l’emissione di prestiti obbligazionari.

Questo tipo di approvvigionamento per gli enti locali è molto importante. Si tratta di entrate in conto capitale: quindi non di soldi che servono a finanziare la gestione quotidiana del comune, ma di entrate straordinarie necessarie ad esempio a finanziare investimenti e opere pubbliche. Nell’ottica di fornire alla propria città infrastrutture e sviluppo di lungo periodo, quindi si tratta di una fonte essenziale per le amministrazioni comunali.

Ovviamente, gli eletti a livello locale, i funzionari pubblici e i cittadini devono tenerne conto per valutare la sostenibilità di questo tipo di investimenti. Attraverso openbilanci, possiamo vedere quanto valgono questo tipo di entrate nei comuni superiori a 200mila abitanti, anche rispetto alla loro dimensione demografica.

Nel 2014, ad esempio, la città con più entrate pro capite da prestiti è stata Catania con 1854,37 euro per ogni suo abitante. Al secondo e terzo posto rispettivamente Napoli (796,93 euro) e Venezia (576,89 euro).

A Torino, quarta in classifica, le entrate da prestiti sono ammontate in quell’anno a 331,18 euro; a Milano (quinta) invece ha incassato 130,91 euro pro capite. Tutte le altre maggiori città italiane si collocano sotto la soglia dei 100 euro per abitante.

Scarica le classifiche regione per regione:

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Basilicata

Calabria

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Friuli-Venezia Giulia

Lazio

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Toscana

Trentino Alto Adige

Umbria

Valle d’Aosta

Veneto

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