L’equilibrio di genere nelle giunte regionali

Per una presenza equilibrata di uomini e donne negli organi decisionali non bisognerebbe scendere sotto la soglia del 40% di uno dei due sessi. Un parametro rispettato solo in 8 regioni e per lo più grazie al fatto di escludere il presidente dal conto. Fanno ancora fatica a farsi eleggere, le donne. E infatti nelle giunte, dove i componenti sono nominati, sono in genere più presenti, pur rimanendo lontane dalle deleghe più importanti dal punto di vista economico. Ma a parte questo sguardo d’insieme, la situazione è in realtà ancora squilibrata in molte regioni.

Secondo la definizione del Consiglio d’Europa, per una presenza equilibrata di uomini e donne negli organi decisionali non bisogna scendere sotto la soglia del 40% di uno dei due sessi.

Si riesce a rispettare questo parametro solo in 8 regioni e per lo più solo grazie al fatto di escludere il presidente dal totale dei componenti. In altre parole se si considera l’organo nel suo insieme e senza distinguere la massima carica, emerge una situazione ancor più sbilanciata, con percentuali di presenze femminili ancora più basse.

E anche escludendo il presidente, sono 13 le giunte di regioni e province autonome in cui la presenza dei due sessi è squilibrata: solo in un caso, la Campania, eccedono le donne; in tutti gli altri organi “squilibrati” si registra invece un eccesso di presenze maschili.

In particolare il Molise si segnala per la totale assenza femminile nella giunta regionale, mentre la Campania eccede in senso opposto con 6 assessore su 9 (66,67% del totale).

Per approfondire: