Quanto pesano gli interessi passivi sui bilanci comunali

Le opere pubbliche e gli investimenti di lungo periodo richiedono che il comune si finanzi attraverso mutui o obbligazioni. Un finanziamento che verrà ripagato attraverso gli interessi passivi negli anni successivi. Vediamo quanto vale questo costo nelle maggiori città italiane.Per finanziare investimenti i comuni possono ricorrere a risorse proprie. Ma se si tratta di interventi particolarmente importanti, possono contrarre mutui e altri prestiti. Questi permettono di finanziare opere pubbliche strategiche e altri investimenti, garantendo alla città servizi essenziali come trasporti, strade, ristrutturazioni e altro.

Per il comune indebitarsi ha un costo che si misura anche in base agli interessi passivi che deve versare a chi gli ha prestato quelle somme. Una scelta che, se orientata verso opere pubbliche utili per la città, può essere virtuosa, in quanto il comune sacrifica parte della sua spesa corrente per finanziare investimenti di lungo periodo. In altri casi, invece, se l’indebitamento è eccessivo e l’ente non è in grado di finanziarlo, può portare il comune al dissesto.

Tra le spese correnti del bilancio, c’è una voce che registra questo tipo di uscite. Vi rientrano i costi per gli interessi maturati sui mutui accesi negli anni precedenti, e che ancora vengono rimborsati. Ma anche altri oneri finanziari, non solo relativi a mutui. Tra gli altri, gli interessi versati per rimborsare i prestiti obbligazionari emessi dall’ente.

Si tratta di spese fisse per il comune, e che spesso si trascinano per diverse amministrazioni. Attraverso openbilanci.it, abbiamo verificato quanto costa pro capite ai maggiori comuni italiani rimborsare queste spese e quale impatto ha sui loro bilanci.

Nel 2014 è Torino la città che ha speso di più per interessi passivi e altri oneri finanziari. Alle casse del capoluogo piemontese questa uscita è costata 136,38 euro per ogni cittadino. Tutte le altre città italiane si trovano sotto la soglia dei 100 euro pro capite. Milano è al secondo posto con 88 euro ad abitante. Tra i 70 e gli 80 euro Napoli (terza) e Catania (quarta).

Agli ultimi 5 posti i centri in cui le spese per interessi valgono 20 euro o meno ad abitante, nell’ordine: Padova, Bologna, Bari, Palermo e Roma. La capitale è la grande città che spende meno per interessi passivi: 12,37 euro pro capite nel 2014. Questo dato è dovuto al fatto che dal 2008 gran parte del debito di Roma è stato messo in carico ad una gestione commissariale, e non pesa più sulle casse dell’ente.

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