Il potere spuntato delle donne

Sono quasi un terzo nel parlamento italiano e  anche di più in quello europeo. Per la prima volta hanno raggiunto il 30% nei consigli di amministrazione delle aziende quotate. Ma a tutti i livelli emerge un forte calo di presenze femminili quando si guarda alle posizioni che contano davvero. 

Si potrebbe dire che le donne si sono fatte almeno un po’ largo nei settori dove si prendono le decisioni importanti. Nel parlamento italiano e in quello europeo, per esempio, si aggira attorno a questa percentuale la quantità di donne titolari di un seggio. Presenza che sale anche di più negli organi di governo delle amministrazioni locali. E per la prima volta nel 2016 hanno conquistato il 30% di incarichi negli organi di amministrazione e controllo delle aziende quotate nella borsa italiana.

Un terzo o quasi potrebbe essere il dato di un equilibrio che procede, che piano piano si porta avanti. Ma vedere solo questo dato sarebbe riduttivo. Questo terzo o quasi sul totale ha infatti in un peso relativamente basso. È un buon punto di partenza, ma se l’analisi si sposta dal dato quantitativo all’aspetto qualitativo emergono subito delle grandi differenze.

E a ben guardare emerge con forza il doppio binario su cui viaggiano le donne : da una parte è vero che se ne contano di più, che sono aumentate di numero; dall’altra parte però è innegabile che sono poche o anche pochissime nelle poltrone davvero importanti. Man mano che si guarda in alto emerge la tendenza alla rarefazione degli incarichi conferiti alle donne.

Ma andiamo con ordine, partiamo dal parlamento italiano. La XVII legislatura è stata salutata come quella con la maggiore presenza femminile in parlamento della storia d’Italia. Tuttavia quando dalla “base” si passa a osservare il vertice le presenze diminuiscono, in particolare alla camera. In questo ramo le deputate sono il 31,30% del totale, ma degli incarichi di peso solo il 19,23% è assegnato a donne. Più contenuto il calo al senato, dove le senatrici sono il 29,60% dell’assemblea e ricoprono il 25,58% dei ruoli chiave.

Così per esempio fra i 12 gruppi alla camera nessuno ha una presidente donna, mentre tra i capigruppo al senato sono 4 su 11. Delle 14 commissioni permanenti presenti in entrambi i rami, le presidenti sono 2 alla camera e una al senato (rispettivamente Donatella Ferranti – Pd, Giustizia e Flavia Piccoli Nardelli – Pd, Cultura; Emilia Grazia de Biasi  – Pd, igiene e sanità). 

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