Le spese dei comuni per la giustizia

Fino al 2015 i comuni dovevano farsi carico dei costi per mantenere gli uffici di tribunali e procure presenti sul loro territorio. E solo in seguito potevano avere i rimborsi dal ministero, spesso con tempi molto lunghi. Interessante vedere quanto questa voce pesava sui bilanci locali.

I comuni italiani, per oltre 70 anni, si sono fatti carico di una parte importante del costo della giustizia italiana: quella per mantenere le spese degli uffici di tribunali e procure (da quelle correnti agli interventi sugli immobili). Ciò in virtù di una legge del 1941 (la 392/41) che imponeva ai comuni sede di uffici giudiziari di provvedere al loro funzionamento. Solo successivamente il ministero della giustizia (non sempre in tempi brevi) rimborsava l’anticipo dell’amministrazione locale.

Dal primo settembre 2015 questa competenza è tornata allo stato, e i comuni sono stati sgravati per il futuro da questo obbligo. Quindi il 2014 è l’ultimo anno in cui il costo è stato per intero a carico dei municipi. Una spesa non irrilevante, se teniamo conto che la legge del 1941 imponeva alle città con tribunali una serie di costi aggiuntivi rispetto alle proprie normali funzioni. Per esempio le utenze per far funzionare gli uffici giudiziari, come riscaldamento, acqua, luce, e spese telefoniche. Ma anche quelle per le pulizie, le riparazioni e la custodia degli edifici.

Attraverso openbilanci.it è possibile vedere quanto pesava questo obbligo sui bilanci delle maggiori città italiane nell’ultimo anno in cui è stato pienamente in vigore, il 2014.

La città in cui la spesa è stata più alta, rispetto agli abitanti, è Catania con circa 37 euro pro capite. Al secondo e terzo posto Milano (26 euro per residente) e Bari (24,05). Anche in altri tre comuni il costo pro capite si collocava sopra i 20 euro: Bologna, Venezia e Firenze. Molto più contenuto il peso delle spese di giustizia a Trieste (7,11 euro per abitante), Verona (poco meno di 6 euro) e Roma (43 centesimi per abitante). Napoli compare all’ultimo posto in classifica con 0 euro pro capite. La ragione è che in base ad un decreto legge del 1993 (il 522/1993, convertito dalla legge 102/1994) gli uffici giudiziari del capoluogo campano erano già gestiti e mantenuti attraverso un ufficio speciale istituito dal ministero della giustizia.

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