Le principali sentenze di incostituzionalità degli ultimi anni

Nell’ultimo decennio alcuni giudizi d’illeggittimità costituzionale della consulta hanno influito in modo rilevante su temi di primo piano del dibattito politico nazionale. Tre in particolare hanno suscitato un certo scalpore: le sentenze sulla legge 40, sulla Fini-Giovanardi e sul porcellum.

La legge sulla procreazione assistita è stata oggetto di moltissimi ricorsi. L’associazione Luca Coscioni ha calcolato che da quando è stata approvata, nel 2004, ci sono stati ben 38 procedimenti giudiziari che hanno coinvolto la legge 40 . Di questi, otto riguardavano la consulta e quattro si sono conclusi con una dichiarazione d’illegittimità costituzionale (qui si può leggere la sentenza più recente). Ben otto articoli su diciotto sono stati modificati nel corso degli anni, sei a seguito di una pronuncia della corte. La legge è stata così svuotata di molti dei suoi punti cardine come il divieto per le coppie fertili, Il divieto di fecondazione eterologa, l’obbligo di impiantare al massimo tre embrioni tutti insieme e il divieto di selezionare gli embrioni in caso di patologie genetiche.

Sulla Fini-Giovanardi – la legge che disciplinava l’uso delle sostanze stupefacenti – la corte costituzionale è intervenuta nel 2014. Con questa sentenza la consulta non è entrata nel merito della norma ma sulla modalità della sua approvazione. Secondo la corte la materia trattata dalla Fini-Giovanardi era estranea all’oggetto del decreto all’interno di cui era stata approvata. Che infatti era denominato: «Misure urgenti per garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali  […]  Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi». In fase di conversione in legge è stato poi aggiunto il riferimento al testo unico in materia di stupefacenti e ventitré nuovi articoli che nulla avevano a che fare con il titolo originario. E che hanno ridisegnato completamente la legislazione repressiva sugli stupefacenti. A causa dell’estraneità della materia rispetto al titolo originale del decreto la corte ha quindi deciso di dichiarare illegittima la Fini-Giovanardi, ripristinando la disciplina precedente, ovvero la legge Iervolino-Vassalli, approvata ormai venticinque anni fa.

Un’altra recente sentenza che ha influito molto sulla vita politica italiana è stata quella sul porcellum. Questa sentenza ha avuto un forte impatto sia da un punto di vista giuridico sia politico. Sul primo aspetto, quello giuridico, la sentenza è molto importante perché è un’assoluta novità nell’azione di controllo della corte. In precedenza infatti non era mai successo che la consulta si pronunciasse su una legge elettorale. Questo perché la possibilità che durante un processo venga sollevata, in via incidentale, una questione di costituzionalità sulla legge elettorale è a dir poco remota. Tant’è che da più parti negli anni era stata sostenuta la necessità di una riforma che colmasse questa lacuna. Con questa decisione la corte ha sostanzialmente compiuto questa riforma tramite una sentenza, motivandola con la necessità di non avere zone franche rispetto al giudizio di costituzionalità.

La questione ha comunque sollevato un ampio dibattito e molti dubbi tra i costituzionalisti. Il punto sta nel fatto che l’oggetto dei due giudizi (quello davanti al giudice ordinario e quello costituzionale) dovrebbe essere diverso, o almeno così si è fin ora ritenuto in dottrina. In questo caso invece il ricorrente ha fatto causa alla presidenza del consiglio sostenendo che la legge elettorale (il porcellum) avesse leso il suo diritto di voto, violando quindi la costituzione. La questione posta al giudice ordinario e al giudice costituzionale era dunque la stessa. Così facendo si corre però il rischio di svuotare il senso del giudizio per via incidentale, permettendo a chiunque di porre una questione di rilevanza costituzionale direttamente di fronte a un giudice.

La conseguenza politica più immediata è stata invece la formulazione, da parte del parlamento, di una nuova legge elettorale, l’italicum. Inoltre la decisione della corte ha posto il legislatore di fronte alla possibilità che vengano rilevati profili d’incostituzionalità anche nelle future leggi elettorali. Nella riforma costituzionale proposta dal governo Renzi e bocciata dal referendum del 4 dicembre, era previsto un vaglio di costituzionalità preventivo delle leggi elettorali da parte della consulta. Anche nella formulazione dell’italicum il parlamento ha tenuto in considerazione alcune valutazioni della corte sul porcellum. Nonostante questo, la consulta ha ritenuto non manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale presentate da diversi tribunali contro l’attuale legge elettorale. Per la decisione finale bisognerà attendere il  24 gennaio.