Il peso dei presidenti di commissione

È la carica che risulta più determinante per la produttività in parlamento, tanto che quando il ruolo viene meno in corso di legislatura il punteggio precipita. All’opposto chi entra a sostituirli vede lievitare i propri risultati. Passare da una condizione all’altra ha prodotto effetti nell’82% del casi.

I politici titolari di determinati incarichi parlamentari riescono ad avere un peso maggiore sulla produzione legislativa, in parte lo abbiamo già visto. I presidenti delle 28 commissioni permanenti (14 per ramo) hanno la produttività media più alta.

Per notare quanto sia determinante la presenza dell’incarico per ottenere un buon risultato basta osservare cosa succede quando l’incarico stesso viene meno nel corso della legislatura. In quella attuale 6 commissioni fra camera e senato hanno cambiato presidenza, per un totale di 11 parlamentari coinvolti (escludendo l’ormai decaduto Galan). Per ognuno è stata confrontata la produttività media mensile con e senza la carica. In 9 casi su 11 la variazione della media è direttamente collegata alla presenza dell’incarico. Per esempio da quando Nitto Palma (Fi-Pdl) ha perso la presidenza della commissione giustizia al senato, il suo punteggio mensile è diminuito dell’82,22%.

All’opposto coloro che assumono l’incarico vedono lievitare il proprio risultato. Così, da quando Mazziotti Di Celso (Ci) è diventato presidente della commissione affari costituzionali alla camera, la sua media mensile è aumentata del 203,06%

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