La cooperazione dei paesi del g7 e la sfida dell’Italia

L’anno scorso, durante un summit ad Addis Abeda, Renzi ha promesso che entro il 2017 il nostro paese sarebbe diventato il quarto paese donatore del g7. Questo vuol dire scalare due posizioni e superare due grandi nazioni, ma anche aumentare almeno del 20,34% i fondi di aps.

Nel 2015 durante il summit internazionale sulla cooperazione ad Addis Abeda, il premier italiano ha fatto una promessa ufficiale, fissando così un obiettivo da raggiungere in breve tempo. In quell’occasione Renzi ha annunciato che entro il 2017, anno in cui l’Italia è chiamata a presiedere il g7, il nostro paese sarebbe diventato il quarto paese donatore del g7 stesso, aumentando quindi i soldi messi a disposizione per la l’aiuto pubblico allo sviluppo.

In termini assoluti gli Stati Uniti sono il paese g7 che nel 2015 ha dato di più in aps: 28 miliardi di euro. Tuttavia quando si osserva la proporzione rispetto alla grandezza dell’economia nazionale, il primo posto come maggior donatore è occupato dal Regno Unito, che ha dato lo 0,71% del proprio rnl.

Dal 2013 al 2015 l’Italia passa dallo 0,17% allo 0,21% di aps rispetto al reddito nazionale lordo e sale dal settimo al sesto posto tra i paesi g7. L’anno scorso il nostro paese ha erogato quasi 3miliardi e mezzo di euro (la cifra si riferisce ai fondi pagati, mentre quelli impegnati ammontano a quasi 4 miliardi di euro). L’Italia occupa il sesto posto anche con il calcolo in percentuale, con lo 0,21% di aps sul reddito nazionale lordo.

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Per rispettare la promessa che Renzi ha fatto in un contesto ufficiale e internazionale, bisogna scalare due posizioni entro l’anno prossimo e superare lo 0,22% del Giappone e lo 0,28% del Canada. Ma è necessario anche che questi due paesi rimangano fermi alla posizione del 2015. Vediamo cosa significa rispettare questo obiettivo, cioè in concreto quanti soldi il nostro paese dovrebbe riuscire a garantire.

Calcoliamo una stima attraverso le previsioni dell’andamento del pil fornito dal Fondo monetario internazionale. In realtà le misurazioni ufficiali dell’aiuto pubblico allo sviluppo vengono fatte in rapporto al reddito nazionale lordo; tuttavia guardando i dati storici più recenti, è emerso che il volume di pil e rnl italiani non si sono discostati di molto: in media, negli ultimi 10 anni, il pil italiano ha superato l’rnl dello 0,27%. È dunque ragionevole basare la stima sulle previsioni del pil.

In base alle stime di crescita del pil dell’Fmi, e ipotizzando che l’rnl dei due paesi non si discosti di molto dal pil, si può calcolare che il valore dell’aps del Canada l’anno prossimo sarà di almeno 3miliardi e 864milioni di euro (lievemente meno rispetto al 2015 perché le stime dell’Fmi in dollari danno un leggero calo del pil per il Canada); per il Giappone invece sarà quasi di 9miliardi di euro

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Per raggiungere i due paesi nella classifica del rapporto tra aps e rnl, si può calcolare che per l’anno prossimo l’Italia dovrebbe dare in aps almeno 4 miliardi e 758milioni di euro. Cioè dovrebbe aumentare almeno del 20,34% i fondi erogati rispetto al 2015.

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