Quasi 4 miliardi destinati dall’Italia all’aiuto allo sviluppo nel 2015

Ogni anno il nostro paese impegna risorse per incentivare la crescita economica e sociale di paesi poveri, secondo accordi internazionali e seguendo linee di programmazione ufficiali. Vediamo come si compone questo budget e per quali vie viene destinato alle aree oggetto degli interventi. 

Per aiuto pubblico allo sviluppo si intende la cooperazione internazionale realizzata con specifiche politiche pubbliche attraverso il trasferimento di risorse economiche. Lo scopo è favorire lo sviluppo economico e sociale di paesi poveri.

Lo scorso anno l’Italia ha destinato in aiuto pubblico allo sviluppo 3 miliardi e 954milioni di euro. Il budget totale viene ripartito tra canale bilaterale e canale multilaterale. Nel primo caso i fondi vengono trasferiti direttamente dal governo del paese donatore a quello del paese ricevente; nel secondo caso il flusso passa attraverso agenzie internazionali specializzate in cooperazione, per realizzare interventi e programmi mirati.

Nel tempo la maggior parte delle risorse è stata assorbita dal canale multilaterale, anche se nel 2015 i due valori si sono avvicinati: il 54,32% del budget totale è andato al multilaterale e il 45,68% al bilaterale. In media, però, negli ultimi 5 anni al canale multilaterale è stato destinato il 67,16% delle risorse e al canale bilaterale il 32,84%.

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Tra gli enti internazionali che si occupano di cooperazione anche attraverso risorse pubbliche, a ricevere la maggior parte dei fondi italiani sono le istituzioni europee, a cui nel 2015 è stato destinato il 68,54% del budget multilaterale, cioè quasi 1 miliardo e mezzo di euro. Seguono la Banca mondiale, a cui è andato l’11,22% del totale multilaterale, e le agenzie delle Nazioni unite, che hanno invece ricevuto il 9,10%. Le banche regionali di sviluppo hanno invece avuto il 5,65% e altre agenzie il 5,26%.

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