Quanto spendono i comuni per il servizio idrico

Napoli, Milano e Palermo si confermano le città con la maggiore spesa pro capite impiegata per portare l’acqua nelle case dei cittadini. Tuttavia il servizio può essere fornito attraverso aziende speciali o partecipate e spesso i costi non compaiono per intero nei bilanci dell’ente locale.

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La gestione dell’acqua comporta dei costi. A livello locale, possiamo valutarne l’impatto attraverso la piattaforma openbilanci.it, guardando le spese alla voce “servizi idrici”. Sono comprese tutte le spese destinate alla gestione del servizio idrico locale, come acquedotti, impianti di erogazione e tubature locali. Servizi che tuttavia sono spesso erogati da aziende speciali o partecipate e che quindi spesso non compaiono per intero nel bilancio comunale.

Vediamo quanto hanno speso nel 2014 le città con oltre 200mila abitanti per questo fondamentale servizio. Per il secondo anno consecutivo è Napoli la città che ha investito di più per il proprio acquedotto , con circa 28 euro per ogni residente. Ma anche le altre due città che nel 2013 si trovavano sul podio, Milano e Palermo, mantengono rispettivamente la seconda e terza posizione. Nel capoluogo lombardo la spesa pro capite sale da 16,34 a 17,79 euro, mentre in quello siciliano cresce dai 9,95 euro per abitante del 2013 ai 12,04 del 2014.

Rispetto al 2013, nel 2014 Catania balza dal penultimo al quarto posto con circa 9 euro per ogni abitante. Stando al solo bilancio comunale, si spende meno di un euro per ogni abitante a Bari, Firenze e Genova

Va ribadito, a scanso di equivoci, che i dati di openbilanci riguardano solo i bilanci dei comuni. Non includono quindi eventuali budget di partecipate o aziende private a cui le amministrazioni possono affidare la gestione parziale o totale del proprio servizio idrico.

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