L’uso improprio dei decreti legge – speciale referendum

In teoria servono per affrontare situazioni urgenti e di emergenza, ma spesso non è così. Dai dati di questa legislatura emerge che buona parte dei decreti legge approvati in realtà sono usati per tutt’altro.

Il fatto che gli ultimi quattro governi abbiano spesso usato i decreti per legiferare non è di per sé un problema. Un uso legittimo dello strumento, per quanto ricorrente, sarebbe solo una conseguenza naturale di esigenze politiche del paese: in casi di necessità e urgenza, il governo delibera un decreto legge per avere soluzioni tempestive.

Il problema però è che spesso non è così, anzi. Per tentare di capire l’uso concreto che è stato fatto dello strumento abbiamo realizzato un esperimento. Prendendo i decreti legge convertiti dal nostro parlamento durante i governi Letta e Renzi, abbiamo categorizzato i provvedimenti per tipologia. La classificazione scelta è redazionale e non regolata formalmente. Data la complessità della materia e dei testi, il risultato ottenuto è puramente esemplificativo.
La tipologia più ricorrente è quella dei decreti legge adottati per portare avanti l’agenda di governo: proposte politiche per l’attuazione del programma. In questa categoria troviamo per esempio: decreto irpef sugli 80 euro, decreto sul finanziamento pubblico ai partiti, decreto lavoro – jobs act, decreto del fare, decreto scuole belle, decreto pensioni, decreto musei, decreto destinazione e altro.

La seconda categoria più frequente è composta dai decreti legge che affrontano tematiche nate in corso di legislatura che, per quanto non programmabili, non possono comunque essere classificate come emergenze tali da richiedere un provvedimento con effetto immediato. In questa categoria possiamo far rientrare, fra gli altri: decreto sul processo civile, sui fallimenti, sulla competitività, anti-femminicidio, la riforma delle banche di credito cooperativo o il decreto per superare gli ospedali psichiatrici giudiziari. Queste prime due categoria analizzate sembrano essere quantomeno delle forzature nell’uso della decretazione d’urgenza.

In questa legislatura ci sono state anche emergenze vere, e alcuni decreti sono stati adottati per affrontarle: decreto ricostruzione (dopo i recenti terremoti), decreto giubileo-expo, decreto terra dei fuochi, decreto Ilva e altri. Nella classificazione che abbiamo fatto dei decreti legge seguono altre 4 categorie, che ormai per prassi rientrano nell’uso accettabile dello strumento, ma che a tratti possono risultare delle forzature, soprattutto perché l’uso ricorrente li rende più ordinari che straordinari: l’annuale milleproroghe (proroga di disposizioni legislative la cui efficacia cesserebbe altrimenti alla fine dell’anno; il semestrale o annuale decreto missioni (che proroga gli stanziamenti per la partecipazione dell’Italia a missioni militari); il decreto enti locali (misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio) e infine i decreti election day (misure per il corretto svolgimento delle tornate elettorali).

Per quanto esemplificativo, l’esperimento aiuta a capire quanto l’utilizzo fatto dai vari governi dei decreti legge sia stato quantomeno discutibile.

Per approfondire: