Zanetti lascia Scelta civica, in un parlamento sempre più confuso

Sono 34 i deputati che da inizio legislatura hanno lasciato il gruppo di Scelta civica alla camera. Con la compagine al senato sciolta da tempo, continua il declino del movimento creato da Mario Monti. La scelta di Zanetti, attuale segretario, è destinata però a lasciare il segno. 

Già a febbraio avevamo sottolineato il lento declino nei numeri di Scelta civica. Una parabola discendente fatta da risultati elettorali sempre peggiori, una leadership in continuo cambiamento e una presenza in parlamento in costante calo. Nel corso dell’anno il trend è stato confermato: proprio recentemente infatti altri 4 deputati hanno lasciato il gruppo a Montecitorio. Trattasi di Angelo D’Agostino, Giulio Sottanelli, Mariano Rabino ed Enrico Zanetti. Scendono così a 16 i membri del gruppo parlamentare alla camera, con un saldo di -30, fra deputati persi e guadagnati, da inizio legislatura. Completamente sciolta invece la compagine al senato. A far maggiormente discutere è stata la scelta di Zanetti, attuale vice ministro all’economia e segretario del partito, che così ha giustificato il tutto:

Nella mattinata di oggi ho rassegnato le dimissioni dal gruppo di Scelta Civica, perché è ormai tale solo in termini nominalistici e non politici.  Ho contestualmente presentato proposta di costituzione di un gruppo denominato “Scelta Civica – Verso Cittadini per l’Italia”, in linea con la prospettiva politica di denominazione deliberata dagli organi direttivi del partito e su cui ci sarà il futuro confronto congressuale.  L’iniziativa è aperta a tutti coloro che condividono la prospettiva della costituente liberal-democratica.  Sarebbe stato assai più comodo, anzitutto per il sottoscritto, continuare nella finzione dell’esistenza di un allineamento tra partito e gruppo parlamentare, ma i nodi politici, quando arrivano al pettine, vanno affrontati.

Ricostruzioni politiche a parte, che vogliono la scelta di Zanetti collegata a un’alleanza con Denis Verdini e una fusione con Al-a, il dato che emerge ancora una volta è un altro. Lo sgretolamento di Scelta civica, con l’annesso infinito valzer dei cambi di gruppo, hanno creato un parlamento molto confuso, pieno di gruppi, componenti e sotto componenti. Con gli ultimi avvenimenti siamo arrivati a 358 cambi di gruppo (185 alla camera e 173 al senato) da inizio legislatura, con 259 parlamentari coinvolti (142 deputati e 117 senatori).

Oltre all’infinito giro di valzer, l’attuale confusione politica appare anche evidente nel numero (e nella consistenza) dei gruppi parlamentari. Il 40% dei gruppi alla camera ha meno di 20 membri , la soglia che per regolamento deve essere raggiunta per la formazione. Il gruppo Misto, con i suoi 68 membri e 9 componenti politiche, è la terza forza politica a Montecitorio.

Non solo, nell’attuale legislatura, non considerando il Misto, solamente 5 gruppi parlamentari sono presenti in entrambi i rami (Partito democratico, Forza Italia, Area popolare, Movimento 5 stelle e Lega nord). Per il resto, sono ben 8 i gruppi che esistono solamente in uno dei due rami (alla camera: Fratelli d’Italia, Sinistra italiana – Sinistra ecologia e libertà, Democrazia solidale – Centro democratico e Scelta civica; al senato: Per le autonomie, Alleanza liberalpoplare-autonomie, Conservatori e riformisti e Grandi autonomie e libertà). Una situazione molto diversa rispetto alla scorsa legislatura, dove ben 7 gruppi parlamentari erano presenti in entrambi i rami (sempre non considerando il Misto) e solamente uno (Fratelli d’Italia) in uno solo.

Insomma, la diaspora politica degli eletti con Mario Monti si inserisce alla perfezione in un parlamento già in continuo movimento, in cui ogni giorno nascono nuove correnti e in cui la confusione trionfa. Un contesto non facile e soprattutto poco chiaro, in cui per i cittadini diventa sempre più difficile capire chi sta dove. Tutto questo non aiuta il processo di accountability: quando tutti si muovono costantemente, come si fa a capire chi è responsabile, e chi ha partecipato, alle scelte politiche del nostro parlamento?

Per approfondire: