Infrazioni europee, l’Italia a confronto con gli altri paesi

Ogni anno l’Unione europea stila un rapporto sullo stato di implementazione della legislazione europea. Quando viene violato il diritto Ue si aprono le cosiddette procedure di infrazione. Il nostro paese nel 2014 al primo posto per numero di questioni pendenti.

La legge europea e la legge di delegazione europea servono ad assorbire le norme dell’Unione europea nel sistema legislativa italiano e evitare l’apertura delle procedure di infrazione, il meccanismo messo in piedi da Bruxelles per evitare violazioni di regolamenti, direttive e trattati dell’Unione europea. 

Una procedura di infrazione può essere avviata sia dalla commissione europea, sia da un stato membro nei confronti di un altro. È composta da tre fasi, e può essere causata sia dalla violazione del diritto Ue, che da un tardivo recepimento di direttive europee. La prima fase, quella pre-contenziosa, è composta da una lettera di messa in mora in cui il paese coinvolto ha due mesi per rispondere alle accuse di infrazione (dal 2008 la messa in mora può essere preceduta dal sistema Eu Pilot). Al termine di questo periodo la commissione emette un parere motivato per richiedere al paese di operare e adempiere. La seconda fase, quella giurisdizionale, dà in primis la possibilità allo stato coinvolto di conformarsi entro il termine prefissato dalla commissione, prima che questa proponga un ricorso per inadempimento alla corte di giustizia europa. La corte emette una sentenza qualora ritenga che lo stato sia inadempiente. Inizia così la terza fase del processo, la sanzione. Se lo stato membro non prende i provvedimenti necessari per rispettare la sentenza, la corte può imporre una sanzione pecuniaria.

Nel 2014 erano aperte 1.347 procedure di infrazione all’interno dell’Unione europea. Anche se leggermente in crescita rispetto al 2013 (1.300), nel complesso il dato è in calo dal 2010, quando quelle aperte erano 2.100. Con una contrazione del 35,86%.

 

Il nostro paese è storicamente fra quelli con più procedure aperte. A fine 2014 era in cima al podio insieme alla Grecia, con 89 casi di violazione e/o recepimento tardivo del diritto Ue. Anche se il totale del paese ellenico è identico al nostro, l’Italia è il paese europeo con più procedure pendenti per violazione del diritto Ue. Va comunque sottolineato che per procedure avviate nel 2014, l’Italia è al nono posto con 41 casi.

Dei 1.347 casi attualmente aperti, 322 (23,90%) sono nel settore ambientale, 223 (16,56%) in quello della mobilità e dei trasporti, e 162 (12,03%), nel settore del mercato interno.


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