Cosa sono gli intergruppi parlamentari e perché andrebbero regolati

Molti non lo sanno, ma oltre a commissioni permanenti, d’inchiesta e giunte varie, in parlamento esistono anche gli intergruppi. Una realtà molto variegata e confusa, su cui non è facile fare chiarezza. Ultimo nato, l’intergruppo per l’invecchiamento attivo.

Nella seconda metà di giugno è nato l’intergruppo per l’invecchiamento attivo, guidato dal senatore Lucio Romano (Aut-Psi-Maie) e dalla deputata Vittoria D’Incecco (Pd). Un organismo il cui scopo è quello di “declinare autenticamente le raccomandazioni provenienti dalla Commissione europea. [..] di di aumentare di due anni l’aspettativa di vita in salute delle persone entro il 2020“.

Ma cos’è esattamente un intergruppo? E com’è regolato? In parlamento, oltre a commissioni e giunte (nelle loro varie forme) di camera e senato, e oltre agli organismi bicamerali, esistono anche gli intergruppi. Formalmente non sono organi istituzionali di camera e senato, ma libere associazioni fra parlamentari che si pongono come obiettivo quello di promuovere varie cause.

Attualmente nel nostro parlamento ne esistono a decine, più o meno conosciuti. Dai noti intergruppi per l’innovazione digitale e la legalizzazione della cannabis, a quelli un po’ meno noti (e un po’ più particolari) per lo sviluppo della montagna, per le sigarette elettroniche e per la via francigena. L’elenco potrebbe continuare, ma purtroppo, come spesso accade nel nostro paese, la materia è abbastanza “anarchica”. Non esiste un registro, non esiste un regolamento e soprattutto non è chiaro di che portata sia il fenomeno. Da quello che si riesce a ricostruire, è possibile classificare gli intergruppi in due tipologie. Da un lato abbiamo gli intergruppi a sostegno di gruppi di interessi. In questo l’esempio delle sigarette elettroniche è lampante, visto che l’On. Abrignani, fra i promotori, sostiene di voler lavorare per la presentazione di un disegno di legge per rilanciare il settore. Dall’altro quelli, come l’intergruppo dei giovani parlamentari, che si fanno carico di specifiche cause (nel caso in questione le nuove generazioni).

Una galassia di “movimenti” che punta a influenzare il dibattito in aula e la produzione legislativa. Un po’ più di “ordine” in materia sarebbe auspicabile e doveroso. Lo è soprattutto perché è possibile, e anzi, in contesti come il parlamento europeo, è la norma. 

L’articolo 34 del regolamento del parlamento europeo infatti tratta proprio gli intergruppi, facendo chiarezza sulla natura, la loro composizione e persino pretendendo piena trasparenza di finanziatori e finanziamenti. Non solo, l’elenco degli intergruppi è pubblico, insieme all’elenco dei membri e alla dichiarazione di interessi finanziari. Insomma, fare chiarezza non solo è una necessità, ma pare sia anche abbastanza facile. 

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