I comuni che incassano di più dall’addizionale Irpef

L’imposta sui redditi delle persone fisiche viene incassata dall’erario statale. Ma anche i comuni possono riscuotere una loro quota di questo tributo, la cosiddetta addizionale comunale irpef. Milano e Roma le città che incassano di più.

In base al decreto legislativo 360 del 1998, i comuni possono stabilire una propria aliquota da applicare ai redditi dei propri cittadini. Questa può variare tra lo 0% (nessuna addizionale) ed un massimo dello 0,8%. Fa eccezione Roma Capitale che, per far fronte al suo enorme indebitamento, dal 2011 può innalzare l’imposta fino allo 0,9%.

Questa entrata costituisce un pezzo abbastanza importante del federalismo municipale. Allo stesso tempo, ha generato una molteplicità di sistemi fiscali locali. Ogni comune può decidere se adottare una flat tax, ovvero una aliquota unica per tutti i contribuenti, oppure se stabilire percentuali differenziate a seconda degli scaglioni di reddito. Dal 2007, può anche esentare dall’imposta fino a una certa soglia.

Prendendo le città italiane con più di 200mila abitanti, vediamo quanto hanno guadagnato nel 2014 attraverso questa imposta.

Ai primi due posti troviamo, in un serrato testa a testa, Milano e Roma, con circa 154 euro pro capite generati dall’addizionale irpef. Terzo e quarto posto per due città venete: Verona (127 euro) e Padova (123).

Chiedono oltre 100 euro medi pro capite anche i comuni di Genova (5° posto, con 121 euro), Bologna (119), Trieste (116), Torino (112) e Venezia (109,88). Sotto la soglia dei 100 euro a testa troviamo cinque città, di cui quattro del sud: Bari (88,87), Palermo (78,85), Napoli (68,35) e Catania (65,64). Ultimo posto per il capoluogo della Toscana, Firenze, con 31,36 euro pro capite riscossi attraverso l’addizionale Irpef.

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