Affluenza e astensionismo: come e perché cresce il partito del non voto – InTema n. 8

È una delle maggiori conquiste delle democrazie libere e moderne. Il voto è protetto dalla nostra costituzione, è un diritto inviolabile e al tempo stesso un dovere civico. Ma il numero di quanti non si recano alle urne è in crescita ovunque. Perché le persone non vanno a votare? Leggi lo speciale su InTema.

2 pensieri su “Affluenza e astensionismo: come e perché cresce il partito del non voto – InTema n. 8

  1. Marce

    Leggo sul tema dell’astesionismo. Premetto che sono un elettore astensionista attivo, convinto e conscientemente astensionista. Sono spagnolo, ho 42 anni. Anche se attraverso la mia pagina Facebook e attraverso diversi articoli pubblicati mi occupo di politica, non ho mai votato (ripeto: mai) nel mio paese. In questo caso, le cause sono due:

    1. Cause oggettive. Come integrante di un gruppo esteso nominato Repubblica Costituente, non crediamo nello stato monarchico, il quale non ci rappresenta. Stiamo parlando di uno 0,3% dell’elettorato, non si tratta di una cifra da poco. Non è un problema quindi di quale ideario politico dentro del marco costituzionale attuale, ma di concezione di stato, che, insisto, non ha spazio per la nostra voce. Consideriamo la monarchia un sistema antidemocratico di privilegi, maschilista, militarizzato e antico, che non rappresenta le vere problematiche contemporanee.

    2. Cause soggettive. Potremmo arrivare ad un compromesso se ci fosse un partito che ci rappresentasse. Personalmente, dopo un primo analisi, pensavo che quel partito potesse essere Podemos. Prima della prima tornata elettorale, Podemos a nostro parere è diventato un’altra parte della casta e del marcio sistema che non ci rappresenta. Forse non lo `diventato, forse semplicemente io personalmente me ne sono accorto un po’ troppo tardi, sempre con il sogno che qualche partito o movimento lo potesse diventare.

    Nonostante sia residente in un comune italiano come Milano da 12 anni, ho invece votato un’unica volta, come cittadino comunitario, per le elezioni europee. L’ho fatto in Italia, dove il marco costituzionale (finché Renzi e il condannato Verdini lo rispetteranno) mi permette di essere d’accordo con la forma di stato, la repubblica. Non ho votato per le elezioni al parlamento perché non sono in possesso della cittadinanza italiana. L’ho fatto alle europee, e non ho niente da nascondere, per il M5S, dopo aver visto che lavoravano, conoscere e parlare con i candidati che stavo per votare, con i quali sono stato anche critico. Credo che Europa il M5S stia facendo un lavoro straordinario. Non ho votato invece nell’ultima tornata elettorale al comune di Milano perché considero un traditore ed un impostore alle idee del M5S al candidato sindaco Gianluca Corrado. Penso che il M5S è cresciuto molto e sta incominciando ad avere le difficoltà di controllo che avevo già avvertito anni fa quando li ho conosciuti; ecco, Corrado è parte di quel problema.

    L’astesione come vedete in me è consapevole. Ho solo votato una volta perché per il resto faccio mie le parole del grande scrittore uruguaiano Eduardo Galeano “se votare servisse a qualcosa sarebbe vietato”.

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