A Torino il debito è aumentato, ma anche la capacità di smaltirlo

Nel capoluogo piemontese tra 2007 e 2014 il livello del debito in rapporto alle entrate correnti risulta aumentato. Ma è anche più che raddoppiata la capacità di smaltire i residui passivi, cioè i debiti accumulati dall’amministrazione negli anni precedenti. 

Per tutto il periodo considerato (2007-14), l’indebitamento del comune di Torino in rapporto alle entrate correnti ha oscillato tra il 250 e il 300% circa. Si tratta del livello più alto rispetto alle altre maggiori città italiane: Roma, Milano e Napoli.

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Nel corso dei sette anni, l’andamento del debito è stato di crescita. Nel 2007 segnava il 249,55%, tra 2010 e 2012 si è attestato poco sotto il 290%, mentre dal 2013 ha sfondato la quota del 300%. Va comunque rilevato che, tra 2013 e 2014, si assiste a una riduzione del livello di indebitamento: da 307,95% a 301,46%.

Per quanto riguarda la capacità di smaltire i residui passivi dell’ente, l’andamento è positivo, e la crescita nel periodo è stata costante. I residui passivi sono impegni di spesa che il comune ha contratto, ma non ha pagato nell’anno in cui li ha contabilizzati: sostanzialmente si tratta di debiti verso soggetti creditori del comune. Nel 2007 il comune riusciva a smaltire il 23,53% dei residui pregressi. Nell’ultima fase dell’amministrazione Chiamparino, nel 2010, la quota è salita al 38,44%, ed è continuata a crescere costantemente anche negli anni successivi. Nel 2014 il livello si è attestato sul 49,31%, oltre il doppio rispetto al 2007.

Questi dati descrivono un ente in cui il debito, rispetto alle entrate di parte corrente, è aumentato; parallelamente, è aumentata anche la capacità di smaltire i residui passivi pregressi, e di far fronte ai pagamenti dell’ente.

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