Partiti, quanto spendono per acquistare beni e servizi

Per cercare di rimettere ordine nei propri bilanci, i partiti hanno dovuto ridimensionare alcune spese. Tra quelle che hanno subìto i tagli maggiori, spiccano gli acquisti per beni e servizi, con una riduzione complessiva attorno al 45% tra 2013 e 2014.

Questo tipo di spese serve a finanziare una parte importante una serie di attività strumentali al funzionamento del partito, inteso come macchina organizzativa. Tra gli acquisti di beni, ad esempio, si possono citare gli acquisti funzionali al lavoro in ufficio, come la cancelleria, gli arredi e accessori per il computer (cavi, dispositivi, ecc.). Nella spesa per servizi invece ricomprendiamo in primo luogo le spese elettorali (materiali di propaganda), ma anche quelle per la manutenzione delle sedi, il servizio di vigilanza, le utenze, le spese di rappresentanza, quelle amministrative (es. spedizioni) e per consulenze e collaborazioni esterne.

Un tipo di uscite che molti partiti hanno dovuto ridimensionare dopo il taglio dei rimborsi.

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Rispetto alle spese per acquisto di beni, solo per due partiti rappresentano una cifra non marginale rispetto al totale degli oneri derivanti dall’attività di partito: Lega Nord (7,11% nel 2013, 11,12% nel 2014) e soprattutto Fratelli d’Italia. Per quest’ultima formazione, tale voce ha costituito oltre il 68% delle uscite nel 2013; quota radicalmente ridimensionata nel 2014 (10,33%). Si segnala che nello stesso anno per Ncd questa spesa ha rappresentato circa il 2% del totale. In tutti gli altri casi è contenuta entro l’1%.

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Per quanto riguarda le spese in servizi, va rilevato che si tratta di una voce abbastanza consistente in tutti i bilanci, ad eccezione di quello del Movimento 5 stelle (0%). Per il Nuovo centrodestra, nel solo 2014, questa uscita ha rappresentato la quasi totalità delle spese: 87,25%. Nello stesso anno, per Fratelli d’Italia la percentuale è stata del 68,53%, in crescita rispetto al 26,72% del 2013. L’aumento per Forza Italia è stato anche maggiore: dal 4,38 al 26,62%.

Tutti gli altri partiti hanno ridotto la parte di bilancio destinata alle spese in servizi. Il Partito democratico è passato dal 36,71% del 2013 al 24,19% del 2014. Sel dal 38,8 al 32,1%. Più contenuta la contrazione nel caso della Lega nord, dove si assiste ad una sostanziale stabilità nei due anni (21,1% contro 20,06%)

 

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