La rivoluzione della trasparenza promessa dai candidati

Tutti i candidati delle quattro principali città al voto si sono detti favorevoli a una rivoluzione della trasparenza. Cioè ad aprire le informazioni sulle attività di consiglio e giunta, aziende partecipate e nomine comunali. Vediamo in che modo gli aspiranti sindaci hanno promesso di intervenire.

Fra le domande di voisietequi alcune riguardano temi molto cari a openpolis. Ci sono infatti aspetti della vita amministrativa del comune, della giunta e del consiglio comunale su cui c’è poca trasparenza. Aspetti su cui da anni ci battiamo, e su cui abbiamo chiesto l’opinione dei candidati sindaco a Roma, Milano, Napoli e Torino.

Aziende partecipate. Ad oggi la materia delle aziende partecipate da enti locali è circondata da un alone di mistero, a cominciare dal loro numero. Non è infatti chiaro nemmeno quante siano: per il sistema conti pubblici territoriali (CPT) sono 4.126, per il mef sono 7.726, per la presidenza del consiglio sono 7.712, per la corte dei conti 7.472, per istat 11.024, per cerved 14.000 e per Bureau Van Dijk 5.146. I cittadini hanno a disposizione pochissime informazioni sulle aziende partecipate dal proprio comune, sui loro bilanci e soprattutto sui soldi che ricevono dall’ente pubblico.

Attività giunta e consiglio comunale. Attualmente tutti gli atti dell’attività del comune vengono pubblicati nell’albo pretorio. Vengono pubblicate le deliberazioni, le ordinanze, i manifesti e gli atti che per legge devono essere portati a conoscenza del pubblico. Ogni tipologia di documento deve essere consultabile pubblicamente e liberamente, per un numero di giorni considerato congruo, cioè sufficiente perché i cittadini vengano a conoscenza della decisione. La pubblicazione ha ordinariamente durata pari a 15 giorni.

Nomine comunali. Gli scandali mediatici e giudiziari che hanno coinvolto i comuni, e le relative partecipate e agenzie, hanno riportato alla ribalta un sistema oscuro. I casi di mafia capitale a parentopoli hanno per molto tempo occupato le pagine dei giornali nazionali, ma la questione non riguarda solo Roma. Situazioni che da un lato diminuiscono la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, dall’altro rendono complicato per l’amministrazione comunale portare avanti reali politiche di cambiamento.

Questi i tre punti su cui i candidati si sono impegnati: i) rendere trasparenti i bilanci delle aziende partecipate e fornire informazioni sui trasferimenti del comune a loro favore; ii) pubblicare online tutte le attività di giunta e consiglio (atti, votazioni, discussioni, presenze e decisioni prese); iii) Introdurre una procedura pubblica per le nomine comunali che sia totalmente trasparente. Devono essere quindi dichiarati: i componenti della commissione esaminatrice, i criteri di selezione, le candidature pervenute, la graduatoria finale.

Tutti i candidati sindaco coinvolti si sono detti favorevoli a realizzare queste riforme. Ma, si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Si vedrà se chi verrà eletto manterrà la promessa. O se invece mancherà l’obbligo morale contratto con gli elettori.

Nella speranza che chi i futuri sindaci portino realmente a termine queste riforme, vi invitiamo a partecipare al dibattito in materia nella pagine di Roma, MilanoNapoli e Torino.

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