Bilanci dei partiti, la faticosa ricerca della sostenibilità

I sette maggiori partiti italiani hanno migliorato il risultato di bilancio tra 2013 e 2014: anche chi è in perdita, ha perso meno rispetto all’anno prima; segno, in parte, di una ristrutturazione della macchina organizzativa e di un complessivo taglio delle spese.

Questo non basta a giudicare positivamente lo stato di salute dei partiti considerati; nel 2014, 3 su 7 presentano un bilancio in passivo. Tra questi Forza Italia, che nel 2013 ha presentato un  disavanzo di 15,6 milioni, ridotto a 11,9 l’anno successivo. Anche la Lega Nord registra in entrambi gli anni un bilancio in passivo: -14,4 milioni nel 2013 e -7,9 milioni nel 2014. Il Nuovo centrodestra ha presentato solo il bilancio 2014, in quanto fondato solo alla fine del 2013, e presenta un disavanzo di circa 939mila euro.

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Sono due i partiti che presentavano un disavanzo nel 2013, mentre sono tornati in attivo l’anno seguente. Il Partito democratico è rientrato da un passivo di 10,8 milioni di euro, presentando nel 2014 un avanzo di 168mila euro. Anche Fratelli d’Italia è passata dal segno meno al segno più: da -158mila euro a +85mila euro circa.

Le uniche due forze politiche che, tra quelle analizzate, hanno avuto entrambi gli esercizi in attivo sono Sinistra ecologia e libertà e Movimento 5 stelle. Sel in tutti e due gli anni vanta circa 140mila euro di avanzo, il M5s invece 200 euro. A prescindere dal tema della sostenibilità, è evidente che si tratta di ordini di grandezza molto diversi tra i bilanci dei partiti analizzati.

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