Amministrative 2016, una campagna elettorale atipica

Pochi programmi elettorali, pochi contenuti e un dibattito più mediatico che altro. Una campagna elettorale che ha visto tanti candidati, tante liste e soprattutto tanta confusione. Fra ritiri e alleanze, elettori e cittadini lasciati senza punti di riferimento.

Le elezioni amministrative sono forse quelle che più dovrebbero coinvolgere cittadini e politici. Il momento in cui in maniera diretta gli elettori possono decidere chi governa l’istituzione più vicino a loro. Col tempo però, questo evento è diventato anche altro: l’ennesima occasione per i partiti nazionali di attaccarsi.

In questa tornata più che mai l’assenza di programmi elettorali è evidente. Un elemento che nella progettazione di voisietequi ha reso più complicato del solito individuare i temi del questionario. Eppure gli argomenti in campo sono tanti, come è stato anche sottolineato dal MiniDossier openpolis “Tempo di bilanci”.

Tra sindaci uscenti che si limitano a elencare quanto fatto sotto la loro gestione, e decaloghi del buonsenso contro cui è quasi impossibile mostrare qualche forma di dissenso, è stato molto difficile trovare dei candidati nelle quattro grandi città al voto (Roma, Milano, Napoli e Torino) che elaborassero dei veri e propri programmi elettorali con proposte concrete. Esempi ce ne sono stati, ma è anche vero che l’attenzione dei media non si è di certo focalizzata su di essi.

Le vere vittime di questa situazione, come sempre, sono i cittadini che, disorientati, spesso si sentono persi nella campagna elettorale. Lo scopo di voisietequi è anche questo: “costringere” i candidati sindaco a posizionarsi su un numero di temi, cercando di orientare gli elettori e mostrando quali sono i politici più vicini alle loro posizioni.

Si tratta, è evidente, di una semplificazione il cui scopo è però quello di suggerire un approccio al voto che sia meno determinato da pregiudizi, sensazioni e insulti, e più basato su dati di fatto e proposte concrete.

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