Tempo di bilanci, nuovo MiniDossier di openpolis

Un approfondimento sui bilanci comunali delle principali città al voto: Roma, Milano, Napoli e Torino. Abbiamo confrontato la gestione dei sindaci negli ultimi dieci anni per evidenziare trend e scelte su fisco, debito e priorità.

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Verso le elezioni. Le campagne elettorali sono spesso vacue. In vista delle prossime amministrative del 5 giugno, il rischio di confronti tra i candidati basati più sugli slogan che su programmi e contenuti è concreto. Per questo abbiamo deciso di alimentare il dibattito sui dati, attraverso l’analisi dei bilanci delle maggiori città al voto, per capire le scelte compiute dai sindaci uscenti, e la reale capacità di manovra che avranno i loro successori.

Contesto italiano. Questo perché chiunque vinca le prossime elezioni dovrà confrontarsi con congiunture e cicli economici che prescindono dalla sua reale volontà politica, e dovrà interagire con altri livelli istituzionali. Elementi che contribuiscono a determinare gli ambiti di intervento della finanza locale, e a limitare i margini di manovra dei sindaci eletti. Negli ultimi dieci anni, ad esempio, la tendenza verso la riduzione dei finanziamenti statali e l’aumento delle tasse dei comuni è stata costante.

Roma: Veltroni, Alemanno e Marino. Roma nell’ultimo decennio ha visto trasferire i suoi debiti pregressi dal bilancio del comune a quello, separato, di una gestione commissariale. Chiunque sarà eletto dovrà necessariamente confrontarsi con le scelte di un commissario di nomina governativa. Per quanto riguarda le priorità degli ultimi sindaci, Veltroni è stato quello che ha speso di più in viabilità e trasporti, mentre Marino ha privilegiato quelle in territorio e ambiente.

Milano: Albertini, Moratti e Pisapia. La città di Milano è quella che può vantare la quota più alta in investimenti pubblici lungo tutto il decennio, anche in conseguenza dell’organizzazione di Expo. Anche qui, però, la crisi ha fatto crollare il livello di investimenti, dal 509,56% del 2005 al 42,04% del 2014.  Ciò nonostante resta la città italiana con la più alta propensione ad investire. Rispetto a Moratti, Pisapia ha speso di più in viabilità e trasporti (930 euro pro capite annui contro € 396). Molto più stabili le spese nel sociale e in territorio e ambiente.

Napoli: Jervolino e De Magistris. Nel corso del decennio Napoli ha riallineato molti dei principali indicatori di bilancio a quelli delle altre grandi città, a partire dai trasferimenti dello stato verso la città (diminuiti drasticamente), alla pressione tributaria pro capite (cresciuta di conseguenza). Con De Magistris è aumentata la quota di spesa in viabilità e trasporti (da 20,9% a 25,9%), mentre gran parte delle altre voci di bilancio sono rimaste stabili.

Torino: Chiamparino e Fassino. Torino è l’unica città che nell’intero decennio analizzato è stata amministrata da sindaci dello stesso partito politico, Chiamparino e poi Fassino. Quest’ultimo ha governato in un momento di finanza pubblica indubbiamente più turbolento del predecessore, con i finanziamenti dello stato ridotti e il conseguente aumento delle tasse locali. Al netto delle tendenze generali, i due sindaci sembrano aver privilegiato lo stesso tipo di priorità nella spesa pubblica.

Openbilanci.it Tutti i dati utilizzati per questa pubblicazione sono consultabili sul sito openbilanci.it, dove ogni comune ha una scheda con i bilanci preventivi e consuntivi dal 2005 ad oggi. Attraverso indicatori, andamenti, classifiche e confronti è possibile addentrarsi in una materia, quella della finanza locale, considerata per i soli addetti ai lavori.

Chiediamo più dati.  Per poter fornire analisi più approfondite e utili per i cittadini, chiediamo: 1) la pubblicazione, in un formato aperto e omogeneo, dei dati relativi alle partecipate e alle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali; 2) la pubblicazione dei dati relativi alle prestazioni del comune e degli indicatori socio-economici aggiornati, per poter stabilire una correlazione tra le spese effettuate dal comune con i risultati tangibili per la comunità.

MiniDossier Openpolis. “Tempo di bilanci” è il numero 05/2016 della collana di approfondimento MiniDossier. L’impostazione di data journalism prevede la verifica, l’analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre punti di vista nuovi e diversi. Anche per dare continuità a questo lavoro durante l’anno è fondamentale sostenere openpolis attraverso la campagna di donazioni e il 5xmille.

 

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