Partiti e formazioni politiche, la riforma in discussione alla camera – InTema n. 7

Sulla materia, che  spazia dalle norme sui finanziamenti all’inserimento nel contesto normativo europeo, sono stati già presentati diversi progetti di legge. Un primo aspetto del contendere sono le regole interne e i requisiti per poter partecipare alle elezioni.

“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. L’articolo 49 della costituzione è nel titolo dei progetti di riforma della disciplina del partiti politici, attualmente in discussione alla camera.

La materia spazia dalle regole interne ai partiti a quelle per poter partecipare alle elezioni, dalle forme di finanziamento e rendicontazione al patrimonio immobiliare di proprietà, passando per nuove norme per agevolare la parità di genere in politica fino alla regolamentazione dei rapporti con le fondazioni e l’inserimento nel contesto normativo europeo. Temi e aspetti numerosi, su cui si sono già raccolte diverse proposte di legge.

Un primo aspetto del contendere è il riconoscimento giuridico dei partiti, cioè la necessità di acquisire personalità giuridica per poter partecipare alle elezioni e accedere a finanziamenti e benefici finanziari. In particolare, nella bozza a firma del deputato Pd Lorenzo Guerini, si legge:

“I partiti politici che intendono acquisire la personalità giuridica e avvalersi dei benefìci previsti dal presente decreto si dotano di un atto costitutivo e di uno statuto redatti nella forma dell’atto pubblico”.

Inoltre tutte le proposte di area Pd prevedono anche indicazioni sul contenuto degli statuti di cui i partiti devono dotarsi.

Regolamenti interni e disciplina giuridica dei partiti sono aspetti su cui si sono già raccolte posizioni contrastanti. Non si parla infatti né di statuto né di forma giuridica nella bozza a firma dal deputato 5 stelle Danilo Toninelli, concentrata invece sugli aspetti finanziari della vita dei partiti.

Una via di mezzo, che appare come una mediazione tra le due posizioni, è quella a firma del deputato di Scelta civica per l’Italia Andrea Mazziotti di Celso, in cui non si stabiliscono condizioni o requisiti per partecipare alle elezioni, ma richiede a qualsiasi tipo di formazione o movimento politico di esplicitare le proprie regole interne“Sarebbe antistorico intervenire ora con norme che ne limitassero la possibilità di concorrere, in conformità alla Costituzione, a determinare la politica nazionale. Per queste ragioni, la presente proposta di legge non modifica l’impostazione aperta e liberale adottata dal Costituente”, si legge nella introduttiva agli articoli di legge proposti; tuttavia “ Libertà di associarsi liberamente non può, tuttavia, significare assenza di disciplina”, dunque le regole, una volta scelte in autonomia, vanno esplicitate e rese nota a tutti: iscritti e non iscritti.

In commissione affari costituzionali è stato infine depositato un testo unificato, di cui il deputato Pd Matteo Richetti è relatore, che ha inteso superare la contrapposizione sul tema dello statuto necessario per partecipare alle elezioni, lasciando la possibilità di candidarsi anche alle formazioni politiche che non intendono dotarsene.

 

Un pensiero su “Partiti e formazioni politiche, la riforma in discussione alla camera – InTema n. 7

  1. Mirko

    Nidi, scuole materne, pensioni minime, reddito di cittadinanza.

    Come mai non si interessano alla qualità della vita dei cittadini?
    Cosa diavolo stanno facendo

I commenti sono chiusi.