Gruppi parlamentari, chi perde e chi guadagna

In media circa 10 parlamentari al mese cambiamo gruppo. Un movimento continuo da cui sono nate molte formazioni nuove che alle elezioni non c’erano. E per forza di cose ci sono vincitori e vinti. Ecco i gruppi in crescita (e in perdita) dopo oltre 3 anni di legislatura.

Per dei parlamentari che si muovono, ci sono dei gruppi che variano. Delle principali liste che hanno partecipato alle ultime elezioni, solo Partito democratico e Movimento 5 stelle sono rimaste nella loro formazione originale. Le altre, dopo scissioni e unioni varie, sono cambiate notevolmente: quello che è rimasto del Popolo delle libertà resiste in Forza Italia; Scelta civica per l’Italia sopravvive solo alla camera scorporato dalla fronda popolare e Sinistra ecologia e libertà, mai nato come gruppo autonomo al senato, si è unito ai fuoriusciti del Pd in Sinistra italiana.

Il “chi sale” e “chi scende” della camera è fortemente influenzato da due avvenimenti politici. Il primo – la rottura fra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, che ha sancito la fine del Popolo delle libertà – ha dato vita al Nuovo centrodestra e ha riesumato Forza Italia. Il secondo ha come protagonista Mario Monti e la fine del suo esperimento politico, che ha scaturito la creazione di numerosi gruppi di centro, da Per l’Italia a Democrazia solidale. Fra i gruppi presenti da inizio legislatura, in notevole crescita il Partito democratico che ha conquistato 11 deputati.

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Al senato invece il perpetuo movimento (il 36% dei membri ha cambiato gruppo almeno una volta) ha portato alla nascita di tanti gruppi che non erano presenti durante le ultime elezioni politiche. Proprio per questo motivo, nonostante i tanti cambi di casacca, solo tre gruppi (quattro considerando l’ormai sciolto Scelta civica) hanno un saldo negativo, nell’ordine: Forza Italia (-50), Movimento 5 stelle (-18) e Lega nord (-5). Fra i gruppi che hanno partecipato alle scorse politiche, l’unico in crescita è il Partito democratico (+8).

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