Revocare un ministro? I paesi dove si può fare, e come

In Italia formalmente il premier non può revocare i suoi ministri; com’è la situazione in altri in paesi? Dalla Francia, alla Germania, passando per Regno Uniti e la Spagna, uno sguardo a come funziona in altre democrazie europee.

La nostra costituzione non considera, almeno esplicitamente, la possibilità per un primo ministro di revocare (o proporre la revoca) di uno dei suoi ministri. Un’eventualità che è stata discussa varie volte con le ipotesi di riforma per aumentare i poteri del premier (osteggiate da molti).

In altre democrazie europee la situazione è un po’ diversa. In Inghilterra, “il premier inglese è il capo del governo, composto da persone di sua fiducia che egli può revocare in qualsiasi momento“; in Germania il cancelliere (attualmente Angela Merkel) ha più poteri del collega italiano, nel senso che può proporre al presidente la revoca di uno dei suoi ministri; analoga la situazione in Spagna dove il presidente del governo propone al re la nomina e la revoca dei membri del suo esecutivo, in Francia (sistema semi-presidenziale) il presidente, sempre su proposta del premier, nomina e revoca i membri del gabinetto.

Le possibilità sono dunque diverse. In Inghilterra e Francia la massima espressione politica del paese (da un lato il primo ministro e dall’altro il presidente) possono autonomamente nominare e revocare i ministri. In Germania e Spagna il cancelliere e il premier possono solo proporre la revoca rispettivamente al presidente e al re, unici detentori formali del potere. In questi quattro i paesi, almeno costituzionalmente, il capo del governo (presidente, primo ministro o cancelliere che sia) ha almeno il potere di proporre la revoca di un ministro, possibilità che in Italia non esiste.

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