Comuni commissariati, record in Campania e Lombardia

Più di 1.500 gli enti locali sciolti dal 2006 al 2014. In cima alla classifica troviamo la Campania, con oltre 270 commissariamenti, subito dietro Lombardia e Calabria (che guida per infiltrazioni mafiose). In totale, sono 16 le regioni coinvolte.

Il commissariamento degli enti locali sembra essere uno dei pochi fattori che riesce ad unire il nostro paese. Da nord a sud, negli ultimi 10 anni, sono più di 1.500 i consigli comunali che sono stati sciolti per vari motivi: dalle dimissione dei sindaci, alla mancata approvazione del bilancio, alle infiltrazioni di tipo mafioso.

A guidare la classifica regionale, con i dati aggregati dal 2006 al 2014, troviamo la Campania, con 271 comuni commissariati. Poco dietro la Lombardia (218) e la Calabria (197). Fra le 16 regioni coinvolte, le ultime tre sono Marche (31), Sicilia (20) e Umbria (17). Se in media ogni anno nel periodo analizzato venivano commissariati circa 170 comuni, il record annuale è della Lombardia, con 43 enti locali coinvolti nel 2013, dato più alto nel territorio nazionale dal 2006.

Cambia la classifica invece se guardiamo all’incidenza percentuale dei consigli comunali sciolti, sul totale dei comuni della regione. Dal 2010 al 2014, per esempio, il 30,6% dei comuni pugliesi è stato sciolto, unica regione italiana a raggiungere tale soglia. Dato importante se si considera che in Piemonte, regione che per numeri assoluti occupa una posizione relativamente alta, solo il 6,3% dei comuni è stato commissariato: la seconda percentuale più bassa a livello nazionale.

Nella mappa dei commissariamenti, particolare attenzione va data alle infiltrazioni mafiose. Dal 2010 al 2014 sono stati 61 i consigli comunali sciolti per collegamenti con la criminalità organizzata, il 54% di essi in Calabria. In totale parliamo di 7 regioni coinvolte, di cui quattro al sud (oltre alla Calabria, anche la Sicilia, la Campania e la Puglia), e tre del nord (Piemonte, Lombardia e Liguria).

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