Intervento in Libia? Il costo delle missioni militari italiane

Il decreto missioni è una delle poche occasioni in cui il dibattito parlamentare in materia di politica estera riceve particolare attenzione. La legge stanzia su base semestrale o annuale il budget per ogni missione militare a cui il nostro paese partecipa. In media parliamo di 1 miliardo l’anno.

Fa molto discutere la possibilità che il nostro paese intervenga in Libia, dando il via a una missione che coinvolgerebbe l’Italia dal punto di vista non solo militare, ma anche economico. Il finanziamento delle varie missioni che si sono succedute in Afghanistan dal 2001, per esempio, sono costate al nostro paese circa 5 miliardi di euro.

E il modo migliore per tener traccia del costo economico di questo tipo di interventi è monitorare il cosiddetto decreto missioni. Il provvedimento stanzia su base annuale o semestrale parte delle risorse dedicate alle missioni militari e alle iniziative di cooperazione.

Come abbiamo visto nel MiniDossierAgenda setting: la cooperazione italiana” il decreto ha tempi di approvazione molto rapidi (poca discussione), con uno sostegno generalmente bipartisan. Nelle ultime due legislature ogni volta che l’atto è stato discusso in aula, la maggioranza ha visto i suoi numeri crescere, andando ad includere spesso anche gruppi di opposizione.

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Dal 2009 al 2014 mediamente sono stati approvati fondi per 1,3 miliardi di euro l’anno. Mentre la parte destinata alle missioni militari è progressivamente diminuita, quella destinata alla cooperazione, seppur notevolmente inferiore alla prima, è cresciuta.

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In totale parliamo di quasi 8 miliardi di euro, di cui il 9% dedicato alla cooperazione e il restante 91% al finanziamento delle missioni militari dell’Italia. Questi soldi non corrispondono alla cifra totale che il nostro paese spende per la difesa, ma costituiscono lo stanziamento approvato dal parlamento per le singole missioni.

Quale sarà il costo, umano ed economico, di un’eventuale guerra in Libia è ancora tutto da vedere, ma come sempre è augurabile che ci sia un dovuto dibattito in parlamento sulla materia.

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