La parità-spot del governo Renzi

Il 22 febbraio 2014, nella foto di rito dell’appena insediato governo Renzi, per la prima volta nella storia italiana un esecutivo era composto al 50% da donne. Ma nemmeno una settimana dopo, il 28 febbraio, la percentuale di donne al governo risultava già quasi dimezzata (26,3%).

Al momento dell’insediamento del governo Renzi era stato dato risalto a un fatto unico nella storia repubblicana: la parità di genere al governo. Il successivo dimezzamento invece è passato senza troppo interesse. Ma cos’è successo?

La parità raggiunta sui ministri (8 donne su 16) è stata diluita drasticamente al momento della nomina di viceministri e sottosegretari. Nell’allargamento della compagine governativa, gli uomini hanno avuto la stragrande maggioranza dei posti di sottogoverno.

 

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Dopo vari avvicendamenti (il più significativo quello di Federica Mogherini, diventata alto rappresentante per la politica estera europea) e rimpasti (l’ultimo avvenuto lo scorso 29 gennaio), oggi la presenza femminile nel governo è circa del 25% .

 

Per approfondire:

Un pensiero su “La parità-spot del governo Renzi

  1. Franco Visconti

    Non credo che per governare sia importante mantenere impossibili parità di presenze tra maschi e femmine. E’ molto importante soppesare, oltre il valore morale e intellettuale, le reali capacità di governo che un parlamentare deve avere prima di assumere importanti responsabilità. Tutto ciò indipendentemente dal sesso di appartenenza.

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