Dichiarazioni patrimoniali, i livelli di completezza per istituzione

Molti pubblicano informazioni parziali, e alcuni non includono nemmeno il rendiconto elettorale. Andando a guardare i dati per istituzione, emerge un curioso (e immotivato) doppio codice di condotta.

Le proporzioni dei tre livelli di completezza delle dichiarazioni patrimoniali sono simili per camera e senato, anche se i senatori fanno leggermente meglio. Invece tra i membri del governo le documentazioni complete o aggiuntive sono molto più frequenti. D’altronde i moduli forniti dai ministeri sono più dettagliati rispetto a quelli di camera e senato. La maggiore trasparenza dei ruoli “più in vista” fa emergere codici di condotta differenti tra le istituzioni. Tanto che tra gli esponenti di governo che sono anche parlamentari, alcuni pubblicano documenti diversi: parziali al parlamento e più dettagliati al ministero di appartenenza.

Le dichiarazioni “incoerenti” – cioè con diverso grado di dettaglio pubblicate dal parlamento e dai ministeri – sono in tutto 29, cioè quasi il 52% dei membri del governo. Tra questi figurano il ministro dell’interno Angelino Alfano, che nel passaggio di incarico aggiunge la versione integrale della propria dichiarazione dei redditi, così come fanno la ministra per le riforme istituzionali Maria Elena Boschi e la titolare del dicastero per l’istruzione Stefania Giannini, anche se limitandosi ad aggiornare il solo 2014.

Invece la ministra della sanità Beatrice Lorenzin si adegua a un livello di completezza accettabile solo per il 2013 , anno di cui diffonde il modello completo della dichiarazione dei redditi, senza curarsi di aggiornare anche il 2014.

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2 pensieri su “Dichiarazioni patrimoniali, i livelli di completezza per istituzione

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