Alienazione di beni patrimoniali, quando il Comune vende

Attraverso la vendita di beni mobili e immobili, i Comuni italiani incassano un buona parte di soldi ogni anno. Guida Venezia con €276 pro capite, subito dietro Torino (€244) e Padova (€169).

Che sia alzare le tasse, o migliorare la rendita su servizi offerti ai cittadini, sono tanti i modi in cui i Comuni possono decidere di battere cassa. Un’altra strada che molto spesso si decide di intraprendere è quella dell’alienazione di beni patrimoniali. Una soluzione che nel 2012 ha fatto incassare alle 15 città più grandi d’Italia €60 a cittadino.

In maniera specifica stiamo parlando di tutti i ricavi realizzati dalla vendita di beni mobili (es: automobil) ed immobili (palazzi, fabbricati) di proprietà del Comune, oppure anche solo la vendita del diritto ad utilizzare il bene a determinate condizioni e per un determinato scopo (un esempio è l’acquisto di diritti di usufrutto).

Nel 2012, fra i 15 Comuni più popolosi d’Italia, la città che incassava più soldi pro capite da questa voce di bilancio era Venezia. Attraverso la vendita di beni mobili e immobili il capoluogo veneto ha infatti totalizzato €276,29 pro capite. Subito dietro Torino (€244,24) e Padova (€169,74).

Le ultime tre posizioni in classifica sono occupate tutte da città del Sud. Ultimo posto per Palermo, che nel 2012 non ha infatti incassato neanche €1 pro capite dall’alienazione di beni. Leggermente meglio è andata a Bari (€1,70) e Catania (€2,97).

Per approfondimenti:

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