Parlamento Europeo, gli italiani che non ci vanno

Gli EuroParlamentari italiani sono mediamente presenti 89,92% delle votazioni elettroniche. 13° in classifica generale. Sul podio Austria, Croazia ed Estonia. Giovanni Toti, candidato in Liguria, il più assente dei nostri.

A maggio 2014 si sono tenute le elezioni per il Parlamento Europeo. Sono stati eletti i 73 membri italiani, che ormai da quasi un anno rappresentano i nostri interessi a Bruxelles. Per fare il punto su quanto fatto, spulciamo i dati delle presenze alle votazioni elettroniche, che il sito VoteWatch.eu aggiorna dopo ogni sessione.

Nella classifica dei Paesi Ue, l’Italia è 13° per percentuale di presenze (89,92%) . Non male come dato complessivo, considerando che il podio è composto da Austria, Croazia e Estonia che hanno rispettivamente un dato medio di 96,74%, 94,79% e 94,43%. Ultime tre in classifica Lituania (82,76%),  Finlandia (82,50%) e Irlanda (76,68%).

Fra gli italiani il più assente è Giovanni Toti , che ha partecipato solamente al 43,44% delle votazioni elettroniche. Dato che non sorprende, considerando che l’Europarlamentare è il candidato di Forza Italia per le prossime regionali in Liguria. Subito dietro Aldo Patriciello (50,09%), e Renato Soru (58,23%).

Sottolineiamo come sempre la poca costanza dei nostri politici nel portare a termine l’incarico ricevuto. Caso emblematico Alessandra Moretti: eletta nel Parlamento italiano ad inizio 2013, passato poi a quello europeo a maggio 2014, e dimessasi ad inizio 2015 per lanciare la sua campagna elettorale in vista delle regionali in Veneto.

Ma la Moretti e Toti non sono gli unici che hanno visto l’Europa come un incarico di ripiego da cui fuggire velocemente. Alti infatti hanno lasciato, o hanno pensato di lasciare, il Parlamento Europeo, lanciando, con poco successo, la loro candidature alle primarie per le elezioni regionali 2015 (vedi Cozzolino in Campania e Cofferati in Liguria).

Qui le conclusioni sono due: da un lato l’incapacità di alcuni politici di portare a termine le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini, lasciando incarichi elettivi ogni anno; dall’altro la predisposizione di altri al non partecipare alle sessioni del Parlamento Europeo.

Per approfondimenti:

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