Asili nido, i Comuni che spendono di più

Nel 2012 i grandi Comuni spendevano mediamente circa €70 per ogni cittadino in asili nido. Classifica guidata dal centro nord con Trieste, Roma e Venezia. Chiude il sud con Palermo, Napoli e Messina.

I bilanci dei Comuni dedicano largo spazio alla gestione dei servizi sociali. Parliamo di spese per la manutenzione o la costruzione di strutture adeguate per asili nidi, residenze per anziani o centri di prevenzione. In passato abbiamo guardato alla totalità di questa voce di bilancio, sottolineando proprio come l’Italia, divisa fra nord e sud, andasse a due velocità.

Scavando più a fondo su openbilanci, estrapoliamo il dato sugli asili nido, elemento che spesso e volentieri influisce pesantemente sulle economie famigliari. Fra le 15 città più popolose d’Italia, nel 2012, mediamente si investivano €70 per ogni cittadino in asili nido. Il dato include la sommatoria della spesa stanziata dal Comune per sostenere gli asili nidi pubblici ed eventuali finanziamenti a strutture private. Include anche tutti i servizi di tutela per l’infanzia e i minori, come i centri di assistenza.

Come fu per il totale della voce di spesa, anche per il dettaglio degli asili nido l’Italia è divisa in due. Il podio è tutto del centro nord: Venezia nel 2012 spendeva €111,42 pro capite, Roma €117,93, e Trieste, prima fra le grandi città, €137,61.

In fondo alla classifica troviamo i capoluoghi del sud: Palermo con €31,34 pro capite, Napoli con €13,18 e infine Messina che investiva nel 2012 poco più di €3 a cittadino negli asili nido.

Per approfondimenti:

5 pensieri su “Asili nido, i Comuni che spendono di più

  1. Stefania Bozzolo

    Gli asili nido sono ormai universalmente riconosciuti come servizi educativi e non sociali. Il dramma é che certa parte del’ opinione pubblica possa pensare che troppi siano i soldi spesi per entrambi i servizi.

  2. beatrice

    Il fatto che un comune spenda di più di un altro può dipendere da un maggior investimento o sa un maggior costo del servizio, giusto? Per “qualificare” il dato del costo per abitante si potrebbe dividere la spesa del comune per i posti garantiti? O considerare altri fattori qualitativi (misurabili) che indichino anche il “risultato” di questa spesa… Che ne pensate?

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