PassoDopoPasso, la difficoltà di tenere insieme comunicazione e trasparenza

Nonostante i rombanti annunci di Renzi, il nuovo sito pubblicato dal Governo non fa accountability. Mancano informazioni base su tempi, azioni e risultati dell’attività dell’Esecutivo. Pochi e datati gli strumenti messi a disposizione dei cittadini.

In un’apposita conferenza stampa il Premier Renzi ha presentato il sito passodopasso.italia.it, online dal primo settembre, come un elemento basilare della nuova fase politica di cui egli stesso è promotore.

Non solo descrizione di quanto verrà fatto nei prossimi mesi ma anche partecipazione dei cittadini; attraverso il web il Governo si impegna ad essere trasparente e a rendere conto.

Sempre nelle parole e nelle intenzioni di Renzi, siamo di fronte ad una novità tale che può essere resa pienamente solo attraverso un termine inglese, “accountability”.

Peccato, però, che analizzando le informazioni pubblicate e gli strumenti messi a disposizione dei cittadini il riferimento alla tradizione anglosassone sia quanto meno improprio.

Nelle ultime tre decadi diversi studi sulle organizzazioni, sui processi decisionali e sulle democrazie avanzate hanno definito una metodologia minima per il decisore che vuole fare accountability.

Vediamo se il nuovo sito pubblicato dal Governo rispetta il seguente piccolo schema in quattro parti.

I – Cosa. Dichiarare anticipatamente quello che si vuole realizzare in modo da assumere impegni precisi con i cittadini/elettori.

Il sito invece è pensato per trasmettere un senso generale di sfida vero il cambiamento “rendere l’Italia più bella? impossibile si potrebbe pensare….” che quasi mai viene declinato in singole azioni. E quando viene fatto, vengono scelti dei progetti-spot che non possono soddisfare la complessità di interi comparti (ad esempio, come rilanciare in quattro passi la cultura e il turismo).

II – Quando. Stabilire una data di realizzazione per ogni progetto, a sua volta suddiviso in singole azioni evidenziando per ognuna la relativa tempistica.

L’unica data indicata dal Governo è la fine della Legislatura, fra mille giorni appunto. Non vengono tracciate le attività in corso né lo stato di avanzamento dei provvedimenti in Parlamento. In attesa di un’effettiva modifica del nostro assetto istituzionale, attualmente il processo legislativo italiano prevede dei passaggi consequenziali che devono essere riportati fedelmente, altrimenti si fa disinformazione.

III – Come. Rendere pubbliche le discussioni, le posizioni e le mediazioni che all’interno dei contesti istituzionali nel Parlamento come nel Governo portano alla definizione dei provvedimenti.

E’ un aspetto che non viene preso in considerazione. In Italia non sono pubblici né i lavori delle commissioni parlamentari né quelli del consiglio dei ministri. Si tratta di uno dei maggiori problemi di opacità nella gestione del potere nel nostro Paese.

Si verifica continuamente, prendiamo ad esempio la riforma della scuola di cui si discute ultimamente. Finora è stato possibile seguirne il confronto politico solo attraverso le ricostruzioni sui giornali: le anticipazioni del ministro, il disappunto del Premier per non essere stato avvertito, l’ipotesi di sostituzione del ministro dell’istruzione, l’annuncio alla stampa di un provvedimento in consiglio dei ministri, l’intervento del Quirinale, la cena Napolitano-Renzi, poi finalmente il Consiglio dei Ministri che però non approva nessuna riforma della scuola.

Di tutto ciò sul sito non c’è traccia ma viene pubblicato un dossier di approfondimento, di cui si è parlato molto perché pieno di errori ortografici.

IV – Effetti. Collegare i provvedimenti realizzati ai risultati prodotti sia direttamente nell’ambito di intervento che nel contesto più generale.

Effettivamente si tratta di un aspetto che forse è prematuro aspettarsi dopo solo pochi mesi di Governo. Ne parliamo però, anche perché sul sito viene dato risalto all’aumento di 40.000 occupati da Febbraio. E allora sarebbe più corretto pubblicare anche altri dati macro-economici e il relativo andamento nel tempo. Vedremo, ad esempio, che nei mesi del Governo Renzi la disoccupazione giovanile è aumentata e il debito pubblico è in crescita.

Quindi, passodopopasso.it risulta deficitario in tutti gli aspetti presi in considerazione. A questo, dobbiamo aggiungere una scarsa attenzione alla questione delle verificabilità delle informazioni pubblicate: le news non sono datate, le fonti non sono riportate e non vengono forniti link di approfondimento.

Considerato come il Governo abbia scadenzato a piacere la propria attività lanciando il primo settembre la fase II con relativo contatore, come se i 198 giorni intercorsi dal suo insediamento fino al 31 Agosto fossero responsabilità d’altri, conviene considerare questa operazione come una prova generale e sperare in una prossima fase III.

 

 

 

 

 

 

7 pensieri su “PassoDopoPasso, la difficoltà di tenere insieme comunicazione e trasparenza

  1. yanez

    e perchè il sito dovrebbe fare accountability? Si cominci in maniera sistematica, organizzata e oggettiva a comunicare ed essere trasparenti visti l’equilibrio esistente nei media di questo paese.

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  3. Angelo

    Complimenti , analisia chiara e incontestabile dello stile del nuovo Presidente del Consiglio e della sua compagine ministeriale !

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