Capacità di previsione dei Comuni: il mare tra il dire e il fare

La differenza fra quanto un Comune prevede di spendere, e quanto effettivamente spende al termine dell’anno è molto importante. Tra i 110 Comuni capoluogo, mediamente buoni risultati. Ultima in classifica Milano con una capacità di previsione nel 2012 dell’85,31%.

I veri problemi per i Comuni italiani si creano quando bilancio preventivo e consuntivo non coincidono. Quelle circostanze in cui si prevede di spendere x, quando in realtà si finisce per spendere y.  Fra i tanti indicatori di openbilanci, la capacità di previsione della spesa calcola precisamente questo.

Misura la differenza tra quanto il Comune prevedeva di spendere – bilancio preventivo – e quanto ha effettivamente speso al termine dell’anno – bilancio consuntivo. E’ calcolato in percentuale: maggiore è la percentuale, migliore è la capacità di previsione, e quindi minore la differenza tra quanto previsto e quanto speso.

Per avere un quadro generale della situazione in Italia, abbiamo stilato la classifica dei 110 Comuni capoluogo di Provincia.

In cima troviamo Salerno (100%), che nel 2012 ha avuto le spese del proprio bilancio consuntivo che coincidevano esattamente con quelle del preventivo. A seguire Lodi (99,96%), Forlì (99,93%), Asti (99,91%) e. Ravenna (99,90%).

In fondo alla classifica Messina (89,17%), Cagliari (88,46%), Catanzaro (87,50%) e L’Aquila (85,46%). Ultima, fra le città capoluogo di provincia per capacità di previsione, Milano, con una percentuale dell’85,31%. 

Fra le altre grandi città, Roma è a metà ranking con il 58° posto (97,52%), e Napoli nella parte bassa della classifica al 98° (91,69%). Nella parte alta invece troviamo Firenze al 46° (98,12%), Torino al 47° (98,04%) e Venezia al 42° posto (98,19%):

 

1 SALERNO 100.00%
2 LODI 99.96%
3 FORLÌ 99.93%
4 ASTI 99.91%
5 RAVENNA 99.90%
6 PESARO 99.85%
7 TRIESTE 99.78%
8 SONDRIO 99.75%
9 TREVISO 99.71%
10 PADOVA 99.59%
11 MACERATA 99.58%
12 VICENZA 99.55%
13 TORTOLÌ 99.48%
14 BRINDISI 99.48%
15 PISTOIA 99.46%
16 FROSINONE
*
99.43%
17 PORDENONE 99.42%
18 SASSARI 99.38%
19 CUNEO 99.36%
20 RAGUSA 99.33%
21 VERCELLI 99.15%
22 MASSA 99.15%
23 IMPERIA 99.11%
24 VARESE 99.10%
25 FERMO 99.09%
26 MODENA 99.07%
27 RIMINI 99.05%
28 VERONA 99.02%
29 VILLACIDRO 98.83%
30 UDINE 98.73%
31 BRESCIA 98.66%
32 PAVIA 98.56%
33 ORISTANO 98.55%
34 LUCCA 98.46%
35 PIACENZA 98.39%
36 SAVONA 98.38%
37 VERBANIA 98.35%
38 AOSTA 98.29%
39 FOGGIA 98.29%
40 GROSSETO 98.27%
41 PISA 98.23%
42 VENEZIA 98.19%
43 NOVARA 98.18%
44 ROVIGO 98.18%
45 BELLUNO 98.16%
46 FIRENZE 98.12%
47 TORINO 98.04%
48 LA SPEZIA 98.04%
49 TRENTO 97.84%
50 CHIETI 97.80%
51 REGGIO EMILIA 97.74%
52 RIETI
*
97.73%
53 VIBO-VALENTIA 97.72%
54 BIELLA 97.68%
55 SIENA 97.66%
110 MILANO 85.31%
109 L’AQUILA 85.46%
108 CATANZARO 87.50%
107 CAGLIARI 88.46%
106 MESSINA 89.17%
105 CROTONE 89.25%
104 CATANIA 89.73%
103 CALTANISSETTA 91.34%
102 TARANTO 91.47%
101 BENEVENTO 91.53%
100 CASERTA 91.55%
99 TERNI 91.57%
98 NAPOLI 91.69%
97 FERRARA 91.87%
96 ALESSANDRIA
*
92.19%
95 PALERMO 93.03%
94 AGRIGENTO 93.09%
93 VITERBO 93.28%
92 ISERNIA
*
94.21%
91 SIRACUSA 94.33%
90 LATINA 94.62%
89 PERUGIA 94.62%
88 ENNA 94.64%
87 NUORO 94.92%
86 POTENZA 94.97%
85 BOLOGNA 94.97%
84 TRAPANI 95.30%
83 REGGIO CALABRIA 95.52%
82 CAMPOBASSO 96.03%
81 GENOVA 96.06%
80 AREZZO 96.10%
79 LIVORNO 96.17%
78 PARMA 96.51%
77 AVELLINO 96.56%
76 LECCE 96.61%
75 BOLZANO 96.66%
74 ASCOLI PICENO 96.67%
73 PESCARA 96.69%
72 MATERA 96.80%
71 MONZA 96.91%
70 COSENZA 96.93%
69 ANDRIA 97.03%
68 CARBONIA 97.05%
67 LECCO 97.17%
66 OLBIA 97.19%
65 BARI 97.21%
64 CREMONA 97.36%
63 TERAMO 97.38%
62 COMO 97.41%
61 MANTOVA 97.41%
60 ANCONA 97.46%
59 PRATO 97.47%
58 ROMA 97.52%
57 BERGAMO 97.55%
56 GORIZIA 97.61%

 

Per chi fosse interessato, ecco come viene calcolato l’indicatore:

Formula: 100 – |(preventivo spese correnti – consuntivo spese correnti impegni) / preventivo spese correnti * 100|

Per approfondimenti:

Un pensiero su “Capacità di previsione dei Comuni: il mare tra il dire e il fare

  1. LM

    Il sistema contabile pubblico è di tipo finanziario. In dettaglio si dà per incassata (accertamento) o pagata (impegno) una somma ma in realtà non c’è evidenza del reale manifestarsi dell’incasso o del pagamento. E non è prevista la correlata contabilità analitica. Sistema contabile economico-patrimoniale e contabilità analitica, invece, sono propri delle aziende. Perché ci si ostina a mantenere in vita negli enti locali un sistema che “nasconde” la realtà finanziaria ?

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