Verso le Europee: Fiscal Compact cosa dice e chi disse Sì

Approvato a Luglio 2012 è uno degli oggetti più discussi di questa campagna elettorale. Al tempo una larga maggioranza votò a favore, oggi sembra essere un peso odiato da tutti. Approfondiamolo insieme su VoiSieteQui ’14

Il nome ufficiale è Trattato sulla Stabilità, sul Coordinamento e sulla Governance nell’Unione Economica e Monetaria, per gli amici è semplicemente il Fiscal Compact. Contiene, oltre all’obbligo di raggiungere il pareggio di bilancio, una serie di regole che hanno lo scopo di evitare ulteriori crisi economiche attraverso un coordinamento della governance finanziaria.

Specifichiamo sin da subito che, per sfatare un mito ricorrente, nulla è stato imposto dall’alto. Non a caso paesi come la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca al momento della stipula, decisero di non aderire al Trattato. Al di la dell’ok dell’Italia al livello europeo, il nostro Parlamento nazionale ha dato ben due volte il sì al Fiscal Compact.

Era infatti il 12 luglio 2012, quando il Senato approvava la ratifica del Trattato. Solo 24 voti contrari (9,2%), di cui 21 dalla Lega Nord, unico partito apertamente contro. Da lì a poco il testo sarebbe arrivato alla Camera, con medesimo destino. Il 19 luglio Montecitorio approvava il testo, con 65 voti contrari (13,1%) di cui 56 sempre dal Carroccio.

Anche la scelta, perché una scelta è stata fatta, di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione ha avuto un esito molto simile. La votazione, sia alla Camera che al Senato, ha visto quasi l’interezza dell’Aula esprimersi a favore. Sono stati solamente 14 infatti, tra Senatori e Deputati, i Parlamentari che hanno espresso un voto contrario all’inserimento in Costituzione dell’obbligo di pareggio di bilancio.

Il Trattato è composto da 16 articoli e, oltre al pareggio di bilancio, ha nel suo interno un meccanismo di cui tanto si parla ultimamente.

Art. 4 – Quando il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo di una parte contraente supera il valore di riferimento del 60% […] tale parte contraente opera una
riduzione a un ritmo medio di un ventesimo all’anno come parametro di riferimento secondo

In pratica quei paesi che non rispettano uno dei vincoli di Maastricht (Debito Pubblico/Pil  < 60%), dovranno diminuire la propria eccedenza di debito pubblico ogni anno di 1/20. Se il tuo rapporto Debito Pubblico/Pil è X e dovrebbe essere Y, ogni hanno dovrai diminuire di 1/20 la differenza fra X e Y. Ovviamente, se il tasso di riduzione è calcolato su un differenziale, ogni hanno la sua grandezza diminuirà.

Al di la di contenuti e numeri, il Fiscal Compact è parte integrante del processo di integrazione europeo. Quel cammino di coordinamento economico e monetario che mira ad evitare il ripetersi di una crisi che ha lasciato buona parte del Vecchio Continente in una situazione di emergenza.

Data quindi la sua importanza, abbiamo deciso di inserirlo fra i temi di VoiSieteQui. In questo modo chiediamo ai partiti di prendere posizione e al tempo stesso invitiamo i cittadini ad esprimersi e confrontarsi su un punto fondamentale per la politica italiana ed europea.

Fiscal Compact: Pro e Contro in Parlamento

Per approfondimenti: